Ore concitate quelle vissute ieri a Bissau che solo a tarda serata ha visto la conclusione di quello che è stato un fallito colpo di Stato o comunque un attacco alle principali istituzioni del Paese. Intrappolato all’interno del palazzo del governo per 5 ore insieme al primo ministro e agli altri membri dell’esecutivo, il presidente della Guinea Bissau, Umaro Sissaco Embalo, si è congratulato alla fine con le forze di sicurezza e ha chiesto alla comunità internazionale di continuare a prestare attenzione alla situazione nel Paese.
Parlando alla stampa, Embalo ha confermato che gli aggressori hanno fatto uso di armi pesanti e sostenuto che nessuno si aspettava che il Paese potesse essere teatro di atti di violenza come quelli visti durante la guerra civile combattuta tra il 1998 e il 1999. L’attacco è avvenuto mentre era in corso una riunione di governo: “Non si è trattato semplicemente di un golpe ma del tentativo di uccidere presidente, primo ministro e ministri” ha detto Embalo.
Il capo dello Stato ha sostenuto che la vicenda di ieri è collegata alle azioni di contrasto ai trafficanti di droga e riferito che diverse persone risultano sotto inchiesta. “E’ stato un atto molto ben preparato e organizzato e non c’è solo personale militare coinvolto in questo atto” ha aggiunto senza fare nomi.
L’attacco e la successiva risposta delle forze di sicurezza fedeli a Embalo hanno causato la morte di diverse persone. Le vittime, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Lusa che cita fonti militari sono almeno sei, il bilancio resta provvisorio. Secondo fonti di stampa locale, dopo la liberazione di quanti erano rimasti intrappolati nel Palazzo del governo, si sono sentiti spari nel quartiere di San Paolo e diverse forze di sicurezza si sono spostate nell’area.
Quello in Guinea Bissau è stato solo l’ultimo tentato rovesciamento delle istituzioni con la forza registrato nell’area. Colpi di Stato successivi hanno portato alla formazione di giunte militari in Mali, Guinea e Burkina Faso. La Guinea Bissau, tra i più piccoli e poveri Paesi della regione non è nuovo a episodi del genere ed è considerato uno dei punti di snodo dei traffici di droga tra America latina ed Europa.
(foto di Bruno Batista)