I capi di Stato della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale (Ecowas) hanno deciso, ieri, di sospendere la Guinea Conakry da tutti i suoi organi decisionali, dopo il colpo di Stato che ha rovesciato il presidente Alpha Condé domenica scorsa. Secondo quanto riportato da fonti di stampa locale e internazionale, i leader dell’Ecowas, condannando il golpe, hanno anche chiesto il rispetto dell’integrità fisica del presidente Condé e di tutti gli arrestati, il loro rilascio immediato e il ritorno all’ordine costituzionale. Al momento non si hanno notizie di eventuali sanzioni economiche.
“L’Ecowas ha già deciso di sospendere la Guinea da tutti i suoi organi decisionali e chiede che questa decisione sia rispettata dall’Unione africana e dalle Nazioni Unite”, ha dichiarato ieri sera il ministro degli Esteri del Burkina Faso, Alpha Barry, ai giornalisti a Ouagadougou, al termine del vertice straordinario dei capi di Stato dell’Ecowas tenutosi virtualmente e dedicato alla situazione socio-politica della Guinea che desta “molta preoccupazione” tra i leader dell’Ecowas, ha precisato Barry.
L’Ecowas ha anche anche annunciato l’invio di una missione di alto livello in Guinea prevista per oggi per discutere con le nuove autorità. “Alla fine di questa missione, l’Ecowas dovrebbe essere in grado di riesaminare la sua posizione”, ha detto Alpha Barry. All’apertura della riunione, l’attuale presidente della Conferenza dei capi di Stato e di governo dell’Ecowas, il presidente ghanese Nana Akufo Addo, ha lodato la prontezza dei capi di Stato che ha permesso di tenere questa riunione, “un segno del loro forte impegno verso gli obiettivi della nostra organizzazione regionale”.
La decisione del blocco da parte dell’Ecowas arriva dopo che il colpo di Stato ha scatenato un’ampia condanna diplomatica, ma è stata anche accolta con giubilo in alcune parti della capitale, Conakry, dove i residenti si sono riversati nelle strade per applaudire il passaggio dei soldati. Condé si era fatto molti nemici quando nel 2019 aveva promosso il referendum per la modifica della Costituzione, manovra grazie alla quale si era potuto candidare a un terzo mandato successivo, deludendo chi lo considerava un paladino dei valori democratici. A questo sono seguite manifestazioni, scontri e un’aspra repressione nei confronti delle voci critiche.
La giunta golpista autoproclamata alla guida del Paese ha fatto leva sulle frustrazioni popolari e promette una riconciliazione nazionale, un governo d’unione, una nuova Costituzione. Ha sospeso i membri dell’amministrazione di Condé sia al livello dell’esecutivo che nelle regioni. Ha anche fatto liberare decine di detenuto politici, ottenendo ancora maggiori consensi. Ha rassicurato i partner della Guinea, in particolare quelli economici e del settore minerario.