«Nessuno imponga alla Guinea che cosa fare». È il monito del presidente Alpha Condé con cui ha rivendicato l’autonomia di Conakry nella gestione dei propri affari interni. Due settimane fa, il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian aveva espresso la preoccupazione della Francia per la situazione nel Paese dove, da metà ottobre, i manifestanti protestano contro la riforma della Costituzione che consentirebbe al presidente Alpha Condé di candidarsi a un terzo mandato da capo dello Stato.
«Siamo aperti alle discussioni con i nostri partner, ascoltiamo i loro consigli, ma nessuno imponga alla Guinea cosa fare», ha detto Condé durante l’inaugurazione nella capitale della nuova sede dell’agenzia per la riduzione della povertà. «Sono le persone della Guinea che decidono il loro futuro, questo dev’essere molto chiaro a tutti», ha aggiunto il capo dello Stato.
In precedenza, Le Drian aveva definito la situazione in Guinea come «la più delicata» nella regione. «La decisione del presidente Alpha Condé nel chiedere una riforma della Costituzione non ci sembra condivisa né dalla sua popolazione né dai suoi vicini», aveva detto il capo della diplomazia di Parigi, che aveva fatto sapere di essere «molto attenta al processo di pacificazione».
Nel corso delle manifestazioni scoppiate a metà ottobre contro l’ipotesi di riforma della legge fondamentale dello Stato, che consentirebbe a Condé di candidarsi per un terzo mandato da presidente (oggi il limite è di due), sono morte 28 persone.