In un video su Facebook pubblicato lunedì scorso a margine dell’Assemblea generale Onu di New York, il presidente guineano Condé ha espresso nuovamente la sua volontà di indire un referendum per la riforma della Costituzione e ha annunciato ai suoi concittadini di «prepararsi a nuove elezioni». «Vi chiedo di organizzare e preparare il referendum e le elezioni», ha dichiarato Condé, dando nuovamente credito alla possibilità di una sua candidatura a un terzo mandato, attualmente non contemplato dalla Costituzione guineana, alle elezioni presidenziali del prossimo anno.
Quello della riforma costituzionale è un tema caro a Condé, che in diversi interventi, come ricorda Agenzia Nova, ha fatto allusione alla sua volontà di rivedere la Carta. «Esiste un dibattito sull’argomento, non lo possiamo negare», aveva detto lo scorso mese di aprile il capo dello Stato parlando ad Abidjan, in Costa d’Avorio. «Il popolo guineano è un popolo sovrano (…). Non possiamo impedire alle persone di esprimersi se lo desiderano», ha detto Condé rispondendo ai giornalisti che lo interrogavano sulla possibile riforma costituzionale.
Ieri l’opposizione in Guinea ha fortemente criticato Condé per la sua ribadita volontà di indire il referendum. Secondo Fodé Oussou Fofana, vicepresidente dell’Unione delle forze democratiche della Guinea (Ufdg, il principale partito di opposizione), Condé «non ha bisogno della posizione del popolo» in relazione alla riforma costituzionale. «Mentre il primo ministro (Mamady Youla) sta consultando la popolazione, lo stesso presidente Condé ha già tratto delle conclusioni. Ciò significa che l’opinione della gente non lo interessa. Tutto cioò che gli interessa è la sua opinione. Voleva solo darsi un po’ di legittimità chiedendo al primo ministro di incontrare persone». «Con questa versione, crediamo che il presidente della Repubblica abbia deciso di attraversare il Rubicone», ha dichiarato Siaka Barry, presidente del Guinea Standing Party (Pgd), annunciando che i vertici del Fronte nazionale per la difesa della Costituzione (Fndc, il cartello che racchiude i principali leader dell’opposizione e della società civile) si incontreranno presto per fornire una risposta adeguata a quella che ha definito «una provocazione del presidente della Repubblica nei confronti del popolo della Guinea».
I principali partiti di opposizione del Paese hanno annunciato di recente la formazione di una coalizione per impedire al capo dello Stato di ricandidarsi per un terzo mandato alle prossime elezioni, in agenda nel 2020.