La Guinea Equatoriale ha avviato un procedimento contro la Francia presso la Corte internazionale di giustizia. Lo si apprende da un comunicato pubblicato dall’organo giudiziario con sede nei Paesi Bassi, che specifica che Malabo accusa Parigi di non avere adempiuto ai suoi obblighi nella lotta alla corruzione.
“La Guinea Equatoriale avvia un procedimento contro la Francia in merito a una controversia relativa alla presunta violazione, da parte della Francia, degli obblighi previsti dalla Convenzione delle Nazioni unite contro la corruzione e chiede al tribunale di indicare misure provvisorie”.
La decisione di Malabo di avviare un procedimento contro la Francia segue il sequestro, la condanna e la messa in vendita dei beni del governo equatoguineano a Parigi nell’ambito delle indagini circa l’appropriazione indebita e il riciclaggio di denaro del vicepresidente guineano Teodorin Nguema Obiang. Le autorità francesi sequestrarono, oltre a molti beni mobili, un appartamento a Parigi dopo che il vicepresidente della nazione dell’Africa occidentale, Teodorin Nguema Obiang Mangue, è stato condannato da un tribunale parigino per appropriazione indebita di denaro pubblico per finanziare il suo stile di vita sontuoso. La Guinea Equatoriale aveva impugnato il sequestro ma la decisione del tribunale è stata confermata l’anno scorso.
Tra il 2000 e il 2011, Nguema ha acquisito una collezione di beni e proprietà di lusso in Francia, tra cui il palazzo di Avenue Foch, situato nel ricco 16esimo distretto di Parigi. L’appartamento è descritto sul sito web dell’asta di Christie’s come dotato di “interni confortevoli e prestigiosi”, che includono una piscina coperta, un home cinema e un night club privato. Nel 2017 l’immobile è stato sequestrato dopo che Nguema è stato condannato per appropriazione indebita, per cui gli è stata anche inflitta una condanna a tre anni con sospensione della pena in contumacia e una multa di 30 milioni di euro. Nguema ha presentato ricorso in Appello ma la condanna è stata confermata.
Il governo guineano chiede alla Corte internazionale di giustizia di bloccare la vendita dell’immobile, che ufficialmente è sede dell’ambasciata della Guinea Equatoriale a Parigi.