Ibrahima Kassory Fofana, ex-primo ministro della Guinea deposto con il colpo di stato militare del 2021, detenuto dallo scorso aprile, è perseguito per l’“appropriazione indebita” di oltre 40 milioni di dollari, destinati in origine alla gestione dell’epidemia di Covid, ed “esborsi ingiustificati”: lo ha rivelato il procuratore generale di Conakry, Ali Touré, durante una conferenza stampa.
“Diamo la colpa a Ibrahima Kassory Fofana dell’appropriazione indebita di diversi miliardi di franchi guineani, in particolare la somma di 46,2 milioni di dollari nell’ambito della procedura di emergenza a sostegno dell’epidemia di Covid-19” ha dichiarato il procuratore generale Touré, nominato dalla giunta al potere. Fofana, l’ultimo primo ministro del presidente Alpha Condé rovesciato nel settembre 2021 dalla giunta guidata dal colonnello Mamady Doumbouya, era stato accusato e incarcerato lo scorso 6 aprile per “appropriazione indebita” di fondi pubblici ma le accuse non erano state circostanziate.
Importi di “81,2 miliardi di franchi guineani” (oltre 9 milioni di dollari) sono stati “interamente erogati su ordine di Ibrahima Kassory Fofana. Non abbiamo alcuna giustificazione per l’utilizzo di tale importo” ha dichiarato il procuratore, senza specificare la destinazione iniziale di questi fondi. Inoltre, sarebbero stati “osservati movimenti sospetti nei suoi conti bancari”.
Fofana è accusato e imprigionato dal 6 aprile con altri tre ex funzionari, l’ex ministro della Difesa Mohamed Diané, l’ex-ministro dell’ambiente Oyé Guilavogui e l’ex-ministro degli idrocarburi Zakaria Coulibaly.
Capo del governo dal maggio 2018 fino al colpo di stato del settembre 2021, Fofana era stato appena nominato, il 31 marzo, alla guida dell’ex partito al potere sotto Condé. I soldati che hanno preso il potere con la forza hanno fatto della lotta alla corruzione, considerata “endemica” in Guinea, una delle loro maggiori battaglie. Diversi ex funzionari sono detenuti in questo contesto.
Il colonnello Mamady Doumbouya, capo della giunta che si è fatto presidente, ha assicurato che non ci sarebbe stata la “caccia alle streghe” ma che la giustizia sarebbe stata la “bussola” del Paese.