Le autorità della Repubblica di Guinea hanno condannato cinque leader del Fronte nazionale per la difesa della Costituzione (Fndc), l’alleanza che racchiude i partiti di opposizione e i leader della società civile, per aver organizzato le proteste della scorsa settimana che hanno provocato la morte di almeno dieci persone.
Lo ha riferito martedì la stampa locale, secondo cui il leader del Fndc, Abdourahamane Sanoh, è stato condannato a un anno di prigione, mentre ad altri quattro co-imputati è stata inflitta una condanna di sei mesi e altri due sono stati assolti.
Le condanne, come ricorda RFI, sono state comminate con l’accusa di insurrezione e turbamento della quiete pubblica. Gli avvocati difensori dei condannati hanno già annunciato appello contro la sentenza.
Le proteste sono scoppiate lo scorso 14 ottobre, data in cui i partiti di opposizione e i leader della società civile della Guinea riuniti nel Fndc hanno convocato un grande sciopero generale contro il progetto di riforma costituzionale e la possibilità di candidatura ad un terzo mandato del presidente Alpha Condé. Nelle proteste, stando a quanto denunciato dai leader dell’opposizione, sono morte almeno dieci persone.
Nel 2020, il presidente della Guinea dovrebbe completare il proprio secondo mandato quinquennale, l’ultimo secondo la Costituzione. Il partito di governo del Raggruppamento del Popolo Guineano ha presentato in parlamento un emendamento alla legge fondamentale per consentire al capo dello Stato di presentarsi per un terzo mandato. A maggio il ministro della Giustizia della Guinea, Cheick Sako ha rassegnato le dimissioni al presidente Alpha Condé spiegando di essere contrario a qualsiasi modifica della Costituzione. Va ricordato inoltre che a novembre la Guinea voterà per rinnovare il proprio parlamento, l’Assemblea Nazionale, a quasi un anno di ritardo rispetto alla data inizialmente prevista di gennaio.