Guinea Conakry, la lettera del cardinale al leader golpista

di claudia

Il cardinale guineano Robert Sarah ha inviato una lettera al colonnello Mamady Doumbouya per chiedere al leader golpista di “trattare il presidente Alpha Condé con dignità e soprattutto di liberarlo”.

“La storia si ripete. Come nel 1984 e nel 2008, il popolo guineano è sceso in strada per esprimere la sua gioia perché l’atto che avete compiuto fa nascere la speranza, ancora una volta: speranza di giustizia, di pace, di recupero e sviluppo reale, speranza di vivere semplicemente in un Paese normale, una nazione unita e prospera”, scrive il cardinale nella lettera nella quale sottolinea che “bisogna tuttavia notare, purtroppo, che le due precedenti esperienze di presa del potere da parte dei militari non hanno permesso la creazione delle basi per la rifondazione della nazione e la costruzione di uno Stato di diritto”. Questo secondo Sarah ha portato la Guinea in una situazione di crescente povertà, “nonostante tutte le ricchezze naturali che Dio le ha dato”.

Per più di cinquant’anni, ricorda il cardinale, la Guinea è “sprofondata inesorabilmente negli abissi del sottosviluppo e della miseria endemica e il popolo della Guinea ha subito solo delusioni dopo delusione”. Sarah si rivolge quindi a Doumbouya ricordandogli che ora “la pagina è di nuovo bianca” e sta a lui costruire una nuova Guinea che “ha bisogno di una nuova generazione di leader politici che amino il loro Paese e i loro concittadini”. Il cardinale ha sottolineato che è necessario anche “essere severi nei confronti dei militari che vorrebbero approfittare dell’ascesa al potere dell’esercito per arricchirsi a spese del popolo”.

Sarah ha quindi invitato il leader del Comitato nazionale per la riunificazione e lo sviluppo della Guinea (Cnrd) a riflettere e prendere tempo prima di agire. Si è inoltre rivolto ai guineani chiedendo loro di evitare di scendere in piazza “incitandosi a vicenda” alla violenza scrivendo che “nessun governo, nessun capo di Stato, nessun leader politico vi porterà la felicità su un piatto d’oro, senza il vostro vero lavoro e la vostra ferma determinazione ad uscire dalla miseria materiale e morale”. “Non posso terminare questo messaggio senza chiederle rispettosamente”, scrive Sarah a Doumbouya, “di trattare il presidente Alpha Condé con dignità e di liberarlo il più presto possibile”.

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