Guinea, l’ex-leader della giunta militare Moussa Dadis Camara condannato a 20 anni

di claudia
Moussa Dadis Camara

 Il tribunale di Dixinn (a Conakry, capitale della Guinea) ha condannato l’ex-leader della giunta militare del Paese, Moussa Dadis Camara, al potere tra dicembre 2008 e gennaio 2010, a 20 anni di carcere per la sua responsabilità nei tragici eventi del 28 settembre 2009. Lo riportano i media guineani.

Nelle sue deliberazioni che chiudono questo storico processo per il Paese, atteso da anni e sul cui esito quasi nessuno sperava più, la Corte ha seguito solo parzialmente le richieste contenute nell’atto d’accusa del pubblico ministero, che aveva chiesto la riqualificazione dei fatti contro l’imputato come “crimini contro l’umanità” e la pena dell’ergastolo per Dadis Camara e quattro dei suoi coimputati.

“La Corte dichiara il capitano Moussa Dadis Camara, il colonnello Moussa Tiegboro Camara e il comandante Aboubacar Diakité dit Toumba colpevoli di crimini contro l’umanità a causa della loro responsabilità di comando” recita la sentenza che tuttavia “condanna il capitano Moussa Dadis e Moussa Thiegboro Camara a 20 anni di reclusione ciascuno”. L’aiutante di campo di Dadis Camara, ed ex comandante della guardia presidenziale, Aboubacar Diakité è stato condannato a 10 anni di reclusione.

La condanna più pesante è stata inflitta al colonnello Claude Pivi: evaso dal carcere il 4 novembre 2023 e attualmente irreperibile, Pivi, ministro responsabile della sicurezza presidenziale in quel periodo, è stato condannato all’ergastolo e nei suoi confronti è stato emesso un mandato di cattura. Quattro degli imputati sono stati invece assolti. Alla lettura della sentenza erano presenti dieci degli undici imputati, tra cui proprio Moussa Dadis Camara. Era assente solo Claude Pivi.

Le accuse con cui si è aperto il processo, il 28 settembre 2022, erano di omicidio, violenza sessuale, atti di tortura, rapimento, sequestro, saccheggio e altri reati per gli 11 imputati. Le memorie si sono concluse il 26 giugno scorso.

Salito al potere grazie a un colpo di Stato perpetrato poche ore dopo l’annuncio della morte, nel dicembre 2008, del presidente Lansana Conté, Moussa Dadis Camara, capo del Consiglio nazionale per la democrazia e lo sviluppo (Cndd) aveva promesso di organizzare un’elezione presidenziale alla quale non avrebbe partecipato. Nell’agosto 2009, Camara fissò la data delle elezioni presidenziali per il 31 gennaio 2010, senza escludere una sua possibile partecipazione alla competizione elettorale. Questa svolta portò a un’intensa mobilitazione di partiti politici, organizzazioni della società civile e sindacati, determinati a sbarrare la strada alle elezioni presidenziali per il capo della giunta militare.

Migliaia di guineani, non meno di 50mila secondo le stime, occuparono lo stadio di Conakry il 28 settembre 2009 ma quella manifestazione fu repressa violentemente, nello stadio e nei suoi dintorni, da centinaia di uomini della guardia presidenziale, soldati, gendarmi, poliziotti e infiltrati in abiti civili. Il rapporto stilato da una commissione internazionale d’inchiesta incaricata dalle Nazioni Unite di indagare sui fatti di quel giorno parla di 157 morti, 109 donne violentate, diversi feriti e dispersi: “Gli abusi continuarono per diversi giorni”, ha ricordato Ibrahima Sory Tounkara, presidente del tribunale, leggendo le deliberazioni.

Gli imputati, che si sono dichiarati non colpevoli e hanno chiesto l’assoluzione, potranno ricorrere in appello entro 15 giorni.

Condividi

Altre letture correlate: