Guinea, poco seguito per l’appello alla “città morta” a Conakry

di claudia

In Guinea, nessuna o poca mobilitazione ieri nelle strade di Conakry, nonostante l’appello dei principali partiti di opposizione e delle organizzazioni della società civile per un’operazione “città fantasma”. Le forze forti della Guinea intendevano protestare contro la giunta militare al governo, accusata di voler confiscare il potere.

Le forze attive della Guinea avevano indetto una giornata di Città Morta nella grande Conakry per protestare contro la gestione del Cnrd, la giunta militare al potere nel Paese. Secondo alcune fonti di stampa locali, l’impatto della mobilitazione non si è sentito uniformemente in tutta la città. Se in alcuni punti della strada Le Prince le attività sono state paralizzate per qualche ora, sull’autostrada Fidel Castro, invece, l’appello della società civile non è stato rispettato, in particolare sull’asse del mercato Dabompa-Enta, con i commercianti che hanno svolto normalmente le proprie attività.

Invece nel grande mercato di Medina, centro nevralgico del commercio guineano, si è registrata una scarsa affluenza dei clienti con gran parte dei negozi chiusi, in contrasto con il solito trambusto mattutino di questa zona commerciale. Tra i pochi commercianti che hanno scelto di aprire i propri negozi, il sentimento generale è di frustrazione e preoccupazione. “Non abbiamo aperto per divertimento. Dobbiamo farlo perché questo è il nostro sostentamento. Abbiamo figli che fanno affidamento su di noi e noi dipendiamo dalla nostra attività. Chi non ha aperto è perché ha paura. Sappiamo tutti come le proteste a volte possano sfuggire di mano”, ha confidato a Guinee News un commerciante del quartiere.

Da parte sua, il portale Guinee360 ha sottolineato una forte presenza in città delle forze di difesa e di sicurezza, con poliziotti e gendarmi dispiegati nei punti strategici: al mercato Carrefour (Wanidara), alla rotonda di Cosa, a Cirage e a Koloma. Anche soldati sono stati avvistati nella capitale.

Le Forces vives de Guinée denunciano quelli che considerano “abusi” da parte delle autorità di transizione e chiedono il ritorno dei civili al potere prima del 31 dicembre. 

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