«Non ci sarà più confusione in Guinea, imporremo più controlli sull’accaparramento dei beni statali, sia da parte della maggioranza che dell’opposizione. Il denaro della Guinea deve servire al popolo di Guinea. Il compito del nostro nuovo mandato è di far crescere il benessere delle famiglie»: lo ha detto il presidente Alpha Condé in un discorso spontaneo pronunciato nel quartiere di Kaloum, a Conakry, dopo l’annuncio dei risultati definitivi delle elezioni presidenziali, sabato, da parte della Corte Costituzionale.
Il presidente dell’organo supremo, Mohamed Lamine Bangoura, ha proclamato Condé vincitore dell’elezione del 18 ottobre con il 59,50% delle preferenze, mentre al principale rivale politico Cellou Dalein Diallo è stato accreditato il 33,5% dei suffragi. Il tasso di partecipazione ufficiale è stato del 78%. La Corte ha respinto i ricorsi presentati da Dalein e da altri tre candidati.
La rielezione a un terzo mandato consecutivo è contestata dall’opposizione e da una parte della società civile, che si era già schierata contro la modifica costituzionale con la quale è stata possibile la rielezione del «Professore», come viene soprannominato l’82enne leader.
Dalla sua residenza sorvegliata dalle forze dell’ordine, Dalein ha diffuso un comunicato nel quale respinge i «falsi » numeri annunciati dalla Corte Costituzionale e ha lanciato un appello a non accettare il verdetto che, secondo lui, sancisce «l’assassinio della democrazia». Ribadendo che è lui il vero vincitore, Dalein ha detto che continuerà a contestare i risultati con tutti i mezzi legali possibili. Anche la piattaforma della società civile Fronte nazionale per la difesa della Costituzione (Fndc) respinge i risultati, e denuncia un tentativo di complotto, da parte delle autorità, per far arrestare i suoi leader.
Formalmente, la decisione della Corte Costituzionale è inappellabile e apre la via a un nuovo mandato della durata di sei anni, rinnovabile una volta.