Il presidente Alpha Condé ha annunciato il rinvio di due settimane delle elezioni legislative e del referendum costituzionale, inizialmente previsti per domenica 1° marzo.
Questo rinvio non è «una capitolazione», ha detto durante una dichiarazione alla televisione pubblica. «È per responsabilità nazionale e regionale che abbiamo accettato un leggero rinvio della data delle elezioni – ha affermato –. Non è un ritiro. Il popolo della Guinea esprimerà liberamente la propria scelta attraverso il referendum e sceglierà liberamente i propri deputati». Alpha Condé non ha però comunicato una nuova data.
Queste due elezioni sono state fortemente contestate dall’opposizione e dalla società civile. Ma questo annuncio arriva dopo una serie di dichiarazioni scettiche da parte della comunità internazionale, che ha preso le distanze dal processo elettorale in corso.
Tutto è iniziato con il ritiro dell’Organizzazione internazionale della francofonia dal processo elettorale. Quindi, l’Ecowas, l’organizzazione economica regionale, ha annunciato una missione di mediazione alla quale avrebbe dovuto partecipare il presidente nigeriano, Muhammadu Buhari, noto per essere vicino all’opposizione guineana. Ma la missione è stata poi rinviata e l’Ecowas, come l’Unione Africana, ha deciso di non inviare una missione di osservazione.
Nelle prossime due settimane, le autorità guineane intendono invitare i partner internazionali a controllare l’effettiva cancellazione di 2,5 milioni di elettori fittizi, al fine di «ottenere un consenso alla tornata elettorale», ha affermato una fonte del governo.
Ibrahima Diallo del Fronte Nazionale per la Difesa della Costituzione, una delle formazioni dell’opposizione, ha dichiarato: «Non siamo soddisfatti di questo rinvio, continueremo la lotta fino al completo annullamento di queste elezioni». Per Mohammed Tall dell’Ufr, altro partito di opposizione, «è un passo indietro del potere, ma è ancora troppo presto per festeggiare».
