Si susseguono, in Guinea, le polemiche dopo che il governo di transizione ha annunciato lo scioglimento del Fronte Nazionale per la Difesa della Costituzione (Fndc), considerato a suo avviso una minaccia per la stabilità del Paese.
Radio France Internationale (Rfi) riferisce che Joachim Millimono Baba, membro del consiglio politico dell’Unione delle Forze Democratiche della Guinea (Ufsd), ritiene che questa sospensione sia un “ritorno al punto di partenza, all’epoca dell’ex presidente Alpha Condé”. Lo scioglimento dell’Fndc, la coalizione di partiti, sindacati e organizzazioni della società civile che ha guidato le proteste contro la giunta al potere, è “una decisione arbitraria”, ha dichiarato.
“L’Fndc è un raggruppamento di associazioni, Ong, tutte approvate. Alcuni partiti politici ne fanno parte. Considerare l’Fndc come un movimento de facto e scioglierlo, pur non avendo alcuna base giuridica, spiega fino a che punto l’arbitrio si sia impadronito del potere nella repubblica di Guinea sotto la guida del Cnrd”, ha aggiunto Millimono Baba.
“È a maggior ragione deplorevole”, ha proseguito, “perché queste sono le stesse pratiche contro cui abbiamo combattuto e contro cui Mamadi Doumbouya e le forze speciali hanno operato il colpo di Stato, il 5 settembre 2021, promettendo ai guineani di porre fine alla personalizzazione del potere, alla violazione della legge.”
L’Fndc, che ha indetto manifestazioni per mercoledì prossimo, denuncia “intimidazioni e vessazioni” da parte del Cnrd, la giunta golpista al potere da 11 mesi. Da parte sua, il governo sottolinea la “cattiva volontà” del movimento. Il portavoce del governo, Ousmane Gaoual Diallo, ritiene che “le autorità si stiano concentrando solo su questioni concrete.”