Nelle immagini che arrivano dalla capitale libica Tripoli, si vedono le conseguenze dell’ultima ondata di bombardamenti che ha colpito la capitale durante la notte di ieri.
Le forze del generale Khalifa Haftar nella tarda serata di martedì hanno infatti iniziato un bombardamento con razzi sulla capitale libica che è poi continuato per diverse ore. Almeno 45 razzi sarebbero caduti soprattutto a sud di Tripoli, precisamente nei quartieri di Abu Salim e Al-Antisar.
Il bilancio è di quattordici civili uccisi, tra cui quattro donne, e una quarantina di feriti. Lo ha riferito ieri l’Ufficio Onu per gli Affari umanitari (Ocha), denunciando «pesanti bombardamenti indiscriminati su aree civili densamente popolate». L’Ocha ha ricordato che «prendere di mira i civili è una grave violazione del diritto umanitario internazionale». Centinaia di persone sono scese in piazza nella piazza dei Martiri dopo la mezzanotte per denunciare il bombardamento di aree residenziali e l’uccisione di civili da parte delle milizie di Khalifa Haftar.
In totale, da quando è iniziata l’offensiva di Haftar e del suo Esercito nazionale libico (Lna) verso Tripoli (4 aprile), sono state contate più di 189 vittime e circa 816 feriti. Gli scontri hanno inoltre prodotto almeno 18mila sfollati, secondo le stime dell’Onu.
Il filmato mostra auto bruciate, edifici pesantemente danneggiati e grandi crateri causati dall’impatto delle bombe al suolo nel distretto di Abu Salim, nel sud della città. Alcuni razzi hanno anche colpito il centro della città, per la prima volta dall’inizio dell’offensiva di Haftar.
L’Lna, che controlla la Libia orientale, mira a conquistare il territorio dal Governo di accordo nazionale (Gna) guidato da Fayez al-Sarraj e sostenuto dall’Onu.
Mentre la comunità internazionale resta divisa, si assiste a un rimpallo di responsabilità fra i protagonisti libici. Recandosi nei quartieri colpiti poco dopo gli attacchi, al-Sarraj ha invitato il Consiglio di sicurezza dell’Onu a riconoscere Haftar responsabile della «barbarie» delle sue forze e ha promesso che consegnerà «tutta la documentazione alla Corte penale internazionale» all’Aia per perseguire il generale per crimini di guerra e contro l’umanità. Dal canto suo l’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) di Haftar punta il dito contro quelle che definisce «milizie terroriste». Per l’Lna, infatti, il bombardamento con razzi sarebbe stato effettuato dalle milizie che difendono Tripoli per far passare una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu contro l’Lna.
In Consiglio Onu, il Regno Unito fa circolare da lunedì una bozza di risoluzione che chiede un cessate il fuoco in Libia. L’accordo, però, non sembra fattiibile per le obiezioni avanzate dalla Russia, che a quanto pare chiede che venga eliminato ogni riferimento esplicito a Haftar. Nel testo, ottenuto da Afp, si legge che l’offensiva su Tripoli lanciata da Haftar «minaccia la stabilità della Libia» e si chiede «a tutte le parti in Libia una de-escalation immediata della situazione, l’impegno per un cessate il fuoco, e di impegnarsi con le Nazioni Unite per garantire una cessazione delle ostilità completa in tutto il territorio della Libia». Londra spererebbe di far votare la risoluzione dal Consiglio di sicurezza prima di venerdì.
Sempre ieri, nel corso di una telefonata, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il presidente Usa, Donald Trump, hanno espresso la preoccupazione condivisa per l’escalation sul terreno e per i rischi di una crisi umanitaria.