Il 1° maggio, in Zimbabwe, prende il via Hifa, il festival musicale e teatrale più famoso dell’Africa australe, con i suoi 200 spettacoli e più di mille artisti provenienti da oltre 40 Paesi.
Il buio è ormai calato da un pezzo ad Harare e la precaria illuminazione stradale è compensata dalle mille finestre illuminate dei grandi palazzi del centro. Il traffico delle ore di punta si è appena smorzato, ma avvicinandosi agli Harare Gardens, dietro il gigantesco e leggendario Monomotapa Hotel, si avverte un insolito fermento: trovare un parcheggio diventa difficile e centinaia di persone affluiscono a piedi da ogni direzione verso i Gardens, sui cui ingressi spicca la rotonda faccia stilizzata dal singolo occhio che è l’icona di HIFA.
In una Harare che non si tira mai indietro quando si tratta di ballare, festeggiare e suonare, l’evento artistico è uno tra i più attesi dell’anno: all’interno dei Gardens si incontra una folla eterogenea che va dai gruppi serrati di teenager alle famiglie con i bambini, alcuni nei passeggini, altri legati alla schiena delle madri alla maniera tradizionale. Se Maggio concede ancora un po’ di mitezza nel clima le ragazze si abbigliano in modo succinto sfoggiando le loro capigliature migliori mentre i ragazzi e i loro ormoni cacciano senza sosta al ritmo della musica.
Dai numerosi palchi, artisti di ogni nazionalità e colore si esibiscono tra riflettori e giochi di luce mentre la birra scorre a fiumi. Dal suo debutto come evento artistico e musicale nel 1999 (le foto qui pubblicate si riferiscono alle ultime edizioni), HIFA è cresciuta anno dopo anno, divenendo il festival per eccellenza nella regione con la sua offerta di un’intera settimana di concerti, spettacoli teatrali, danze, sfilate di moda e street art che fa vibrare la capitale Harare fin nel profondo del suo intimo.
E’ ritenuto non a torto il più apprezzato festival contemporaneo dell’intero sub continente, con le sue quasi duecento performance e più di mille artisti partecipanti provenienti da più di quaranta nazioni, molti dei quali sono esordienti locali.
Ma HIFA è anche punto di incontro, aggregazione e opportunità per molti artisti ancora poco conosciuti di esibirsi, alcuni sotto i riflettori, altri lungo i sentieri dei Gardens, per rincorrere e magari trovare la sognata notorietà.
Quest’anno HIFA si colloca in un contesto rinnovato, in cui il Paese è lanciato in un’apertura verso l’esterno che era stata sopita per quasi quarant’anni dal regime di Robert Mugabe ed il fermento per questa “Nuova Era dello Zimbabwe” è percettibile girovagando per la manifestazione. A partire dal 1°Maggio, gli Harare Gardens ospiteranno anche una buona componente di artisti Italiani, tra i quali spicca il gruppo misto Zimbo-Ita, composto da un nucleo permanente di musicisti professionisti Italiani, tra i quali Max Covini e Matteo Boldini, e artisti zimbabweani come Elisha Zimbeva e Ronny Mhudwa, ai quali si aggiungono di volta in volta altri artisti di fama, come l’esuberante amico Blessing Chimanga, per realizzare un trascinate afro-blues di marimbas (lo strumento a percussione tipico dello Zimbabwe), chitarra, percussioni e piano con testi in italiano, inglese e shona.
Un altro ospite Italiano illustre di HIFA 2018 sarà l’artista Andrea Valeri, che dall’età di sedici anni è ambasciatore nel mondo della musica acustica italiana. E a proposito di ambasciatori, una citazione particolare la merita l’ambasciatore italiano in Zimbabwe, Enrico de Agostini, che affianca all’attività diplomatica la passione per la musica e che sarà tra i protagonisti del festival HIFA. Se avete in programma nei prossimi giorni un viaggio in Zimbabwe, non perdetevi lo spettacolo. www.hifa.co.zw
da Harare, Gianni Bauce