François Hollande ha riconosciuto: «le responsabilità del Governo francese nell’abbandono degli harkis». Una dichiarazione storica, fatta ieri, 25 settembre, durante una cerimonia nel cortile dell’Hotel des Invalides a Parigi. «Riconosco – ha detto il Presidente – le responsabilità del Governo francese nell’abbandono di harki, i massacri di coloro che sono rimasti in Algeria e le condizioni disumane di accoglienza di quelli trasferiti in Francia». François Hollande ha così onorato una promessa fatta ad aprile 2012 durante la campagna presidenziale.
Ma chi sono gli harkis? Harki è un termine con il quale si indica genericamente gli algerini lealisti che hanno servito nell’esercito francese nella guerra d’Algeria tra il 1954 ed il 1962. Con questo termine, a volte, si definiscono anche in senso lato tutti i musulmani d’Algeria che supportavano la presenza francese nel Paese.
Il destino è stato particolarmente duro nei confronti degli harki. Terminata la guerra d’indipendenza, il Presidente francese Charles De Gaulle non volle che a questi fosse permesso di trasferirsi nella Francia metropolitana perché, al contrario dei pied-noirs, non erano considerati francesi a tutti gli effetti. Chi rimase in Algeria subì una durissima repressione. Si calcola che tra i 30 e i 150mila harkis siano stati uccisi dai militanti del Fronte di liberazione nazionale o siano stati linciati dalla folla. Solo ad alcuni di essi fu offerto di continuare a servire nell’esercito algerino e furono trattati relativamente bene.
Ai circa 90mila che riuscirono invece, grazie alla complicità di ufficiali delle forze armate francesi, a trasferirsi in Francia, venne riservata una condizione di oblio. Il Governo non aveva piani per loro e, per molti anni, non riconobbe agli harkis il diritto di vivere in Francia come residenti e cittadini. Venivano tenuti in campi «temporanei» circondati da filo spinato.
Per anni vennero considerati come dei relitti della storia. Disprezzati in Algeria, che non li voleva e non li riconosceva come algerini (anzi venivano considerati traditori). Ignorati e mal sopportati in Francia, che non li considerava francesi. Solo a partire dagli anni Novanta, Parigi approvò delle norme che prevedevano aiuti alla comunità harki. E solo con il Governo di Jacques Chirac vennero istituite cerimonie pubbliche per commemorare il loro sacrificio.
Ora Hollande ha ufficialmente ammesso gli errori della Francia nei loro confronti. Anche se con qualche decennio di ritardo.