Un processo molto particolare comincia oggi presso la Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja : quello di William Ruto, attuale vice presidente del Kenya, e del giornalista radiofonico Joshua Arap Sang, accusati di crimini contro l’umanità in merito alle violenze che accompagnarono le elezioni presidenziali del 2007.kenyarutokenyatta
All’epoca Ruto militava nell’opposizione e secondo l’accusa avrebbe organizzato, e Sang incitato, attacchi contro esponenti dei gruppi etnici kikuyu, kamba e kisii, simpatizzanti dell’allora partito di governo. La lotta di potere tra il governo uscente del presidente Mwai Kibaki e l’opposizione nel periodo che accompagnò le elezioni fece oltre mille morti. Anche l’attuale presidente, Uhuru Kenyatta, dovrà rispondere di accuse davanti alla Cpi a novembre.
E’ la prima volta che la Corte processa un dirigente in carica. Se le autorità keniane, da una parte, non hanno mai direttamente ostacolato il lavoro della Cpi, dall’altra il Parlamento di Nairobi ha approvato pochi giorni fa la mozione che apre la strada alla legge con cui il Kenya dovrebbe lasciare lo statuto di Roma e quindi la Corte che dallo statuto nacque. La Cpi ha già fatto sapere che i processi partiranno anche nel caso in cui il Kenya dovesse abbandonare.
Per i difensori dei diritti umani, questo processo è un gran passo avanti nella lotta all’impunità. “Da decenni coloro che hanno trasformato le elezioni keniane in carneficina godono della massima impunità. Questo processo offre ai keniani una possibilità di ottenere giustizia, una giustizia negata dal proprio governo” ha commentato Danel Bekele, direttore della divisione Africa di Human Rights Watch. *Celine Camoin – Atlasweb