Tutti i capi religiosi del Centrafrica hanno firmato un documento comune per denunciare il fatto che nel conflitto in corso si strumentalizza la religione per dividere la popolazione e arrivare ad una divisione fattuale del paese. A firmare il documento sono stati i vescovi cattolici, gli Imam musulmani e i pastori evangelici che, evidentemente percepiscono il rischio che il conflitto possa ulteriormente degenerare sotto la spinta degli interessi di potenze regionali e non, di lobby economiche e di multinazionali.
Il documento chiede al governo di spiegare la presenza russa in Centrafrica (Mosca ha inviato istruttori, mercenari e armi in supporto alle forze armate locali) e di stilare “un bilancio affidabile sul numero di vittime dirette e indirette del conflitto”. Si chiede inoltre che il governo e la Minusca (Missione Onu in Centrafrica) coordinino le loro forze per proteggere la popolazione, fermare le violenze e mettere fine all’impunita’ finora goduta dai diversi gruppi armati che spadroneggiano nel Paese.
In particolare nel documento si sottolinea ancora che: “Gli atti di violenza che si succedono da tempo in Centrafrica sono volti a trasformare la crisi politica in una crisi confessionale. Attiriamo l’attenzione dei centrafricani sulla vendetta cieca che potrebbe portare al genocidio e quindi alla realizzazione di un programma occulto per dividerci. I centrafricani devono sapere che si vuole prenderli in ostaggio e sfruttarli per scopi machiavellici. Siate vigili per evitare la manipolazione” – si conclude il documento.
Parole durissime, dunque che acquistano valore per il fatto che sono condivise da tutti i leader religiosi. Recenti atti di violenza hanno colpito luoghi di culto musulmani e cristiani, con l’assassinio di imam, pastori e sacerdoti.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)