Comunque vada hanno già vinto. Hanno vinto perché hanno dimostrato di saperci fare con la tecnologia. Hanno già vinto perché la loro App, se riuscirà a diffondersi, metterà all’angolo una delle più odiose tradizioni africane: le mutilazioni genitali femminili.
Loro sono cinque ragazze keniane e sono l’unico team africano a partecipare a Technovation, evento che si terrà nei prossimo giorni nella sede della Google in California, dedicato ai giovani informatici innovativi.
La loro applicazione è conosciuta come «I-cut» e ha come obiettivo quello di porre fine alla circoncisione femminile (Mgf), ancora molto diffusa in Africa, in particolare, nei Paesi orientali. «I-cut» fornisce assistenza alle ragazze a rischio (mettendole in contatto con centri specializzati) e fornisce assistenza legale e medica a coloro che hanno subito questa dolorosa e inutile pratica tradizionale. La App ha una interfaccia molto semplice con cinque pulsanti: aiuto, salvataggio, report, informazioni, donazione e feedback.
Sponsorizzato da Google, Verizon e Nazioni Unite, il concorso internazionale Technovation non intende premiare l’innovazione tecnologica fine a se stessa, ma l’innovazione che aiuta ad affrontare e a risolvere i problemi più sentiti delle comunità locali.
«Le mutilazioni genitali – ha spiegato alla Reuters, Stacy Owino, una delle cinque ragazze – è un grande problema che riguarda le giovani in tutta l’Africa e noi vogliamo offrire un contributo alla sua soluzione. Questa esperienza cambierà la nostra vita. Sia che vinciamo o no, la nostra prospettiva del mondo e le sue possibilità cambierà in meglio».
Le cinque ragazze provengono da Kisumu in Kenya e si autodefiniscono «restauratrici» perché vogliono «ripristinare la speranza alle ragazze senza speranza». Non è un caso che la App sia stata sviluppata in Kenya, uno dei paesi tecnologicamente più avanzati in Africa, conosciuto soprattutto per le sue applicazioni mobili per il trasferimento di denaro.