Secondo un recente rapporto della Nazioni Unite, la produzione annuale di rifiuti elettronici in tutto il mondo è in aumento, toccando picchi di 2,6 milioni di tonnellate all’anno, il 33% in più rispetto al dato del 2022. In questo panorama, i paesi africani generano i tassi più bassi di rifiuti elettronici, ma faticano a riciclarli, con danni per l’ambiente.
Montagne di rifiuti elettronici, dai computer dismessi ai telefoni abbandonati, si stanno accumulando in tutto il mondo, secondo quanto emerge da un recente rapporto delle Nazioni Unite sui rifiuti elettronici. L’Africa genera il tasso più basso, ma si trova in una posizione difficile non avendo i mezzi per riciclarli. I loro tassi di riciclaggio sono inferiori all’1%.
Un problema che ha delle conseguenze dannose per l’ambiente, poiché questi materiali di scarto abbandonati o mal gestiti producono sostanze nocive. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, quando i rifiuti elettronici possono rilasciare nell’ambiente fino a 1.000 sostanze chimiche, si legge sul rapporto.
Una situazione che necessita una presa in carico da parte della autorità locali anche alla luce di un numero di rifiuti in crescita anche nei Paesi africani, di conseguenza all’incremento degli apparecchi elettronici. Il boom di dispositivi segue la più larga diffusione della connessione internet. “In generale – si legge – in tutta l’Africa centrale mancano infrastrutture per la raccolta e il trattamento dei rifiuti elettronici, e in molti paesi il settore informale continua a dominare le attività e a trattare molte migliaia di chilogrammi di rifiuti elettronici ogni anno”. Solo pochi paesi dell’Africa meridionale dispongono di programmi formali di ritiro come le nuove imprese che operano in Botswana, Namibia e Zambia.