Gli Stati Membri del Fondo internazionale delle Nazioni Unite per lo sviluppo agricolo (Ifad), nel corso dell’annuale Consiglio dei Governatori, hanno concordato che almeno la metà dei finanziamenti ricevuti sosterrà progetti di sviluppo rurale nell’Africa subsahariana, e più di un quarto sarà incanalato verso Paesi colpiti da conflitti o che si trovano in altre situazioni di difficoltà.
Almeno il 40 per cento, si legge in una nota dell’Ifad, sarà investito per affrontare le sfide climatiche, contribuendo al raggiungimento dell’Accordo di Parigi e assicurando che più finanziamenti per il clima raggiungano i piccoli agricoltori. Investimenti per i giovani e per la creazione di posti di lavoro nelle aree rurali saranno priorità inderogabili.
Secondo la nota dell’Ifad, 67 Paesi hanno già annunciato nuovi impegni per un totale di oltre 1,1 miliardi di dollari destinati alla dodicesima ricapitalizzazione del fondo (Ifad12), un processo in cui gli Stati Membri definiscono le priorità strategiche e impegnano fondi per finanziare il lavoro dell’organizzazione nel triennio 2022-2024. Altre promesse di contribuzione sono attesi durante il 2021.
In una nota congiunta, i governi di Germania e Francia hanno confermato un aumento dei rispettivi contributi e invitato tutti gli Stati membri a fare altrettanto.
Molti dei principali donatori dell’Ifad hanno annunciato la loro intenzione di contribuire in modo ancora più consistente che in passato. Gli Stati Uniti, storicamente il principale donatore dell’Ifad, hanno impegnato 129 milioni di dollari, con un aumento del 43 per cento rispetto al precedente finanziamento sottolineando il ruolo dell’Ifad quale “partner efficace nel riunire i donatori in un contesto multilaterale per avere un impatto sull’ l’estrema povertà delle popolazioni delle aree rurali”.
L’aumento degli impegni per i prossimi tre anni è stato annunciato oltre che dalla Francia (106 milioni di dollari – più 50 per cento rispetto al passato), anche da Italia (96 milioni di dollari – più 45 per cento rispetto al passato), Svezia (87,3 milioni di dollari – pari ad un ulteriore 60 per cento in corone svedesi) e Irlanda (14,3 milioni di dollari – più 66 per cento rispetto al passato). Anche Finlandia e Norvegia si sono impegnate per un ammontare del 40 per cento in più in valuta nazionale, mentre Cina, Paesi Bassi, Giappone e Canada hanno assunto impegni significativi rispettivamente di 101 milioni di dollari, 85 milioni; 82,9 milioni; 57,3 milioni e 55,5 milioni.
Secondo l’Ifad, anche altri Paesi, tra cui Cambogia, Laos, Madagascar, Mauritania, Pakistan e Filippine, hanno annunciato contributi più alti del passato, così come hanno fatto già nel 2021 il Burkina Faso, la Costa d’Avorio, il Gambia, la Grecia, il Lussemburgo, il Mali, la Repubblica Democratica di São Tomé e Príncipe, Sierra Leone e Uganda. Haiti ha annunciato un impegno di oltre il doppio del suo ultimo contributo, risalente al 2013; mentre la Somalia ha annunciato il suo primo impegno dopo trent’anni.