Ifriqiyya Électrique non è il nome di una band ma la denominazione di una sorta di cerimonia adorcista (che mira a favorire l’interazione con entità positive) post-industriale in cui s’incrociano le chitarre e le contaminazioni elettroniche dei Putan Club (un progetto targato François Cambuzat, una delle figure più influenti della scena punk indipendente degli ultimi vent’anni), con i riti di trance e possessione di Tarek Sultan, Yahia Chouchen e Youssef Ghazala, adepti della Banga, un rituale islamo-animista del deserto del Sahara tunisino.
(Claudio Agostoni)