Che anno è stato il 2021 e che anno sarà il 2022? Questo il tema di fondo del numero di gennaio 2022 del mensile economico “Africa e Affari” che prova a tracciare bilanci e azzardare ipotesi su quelli che saranno i prossimi sviluppi nel continente, tenendo conto della grande variabile rappresentata da Covid-19 che, come ha mostrato l’insorgere della variante Omicron, può scombinare anche all’improvviso le carte in tavola.
I dati raccolti e che fanno capo alle principali istituzioni internazionali mostrano una ripresa generale dell’Africa in termini di pil. Ma il dato può anche essere un dato “bugiardo”, che non tiene conto della complessità delle singole situazioni. In generale ciò che emerge con chiarezza è la maggiore resilienza presentata da quei Paesi che hanno economie più diversificate e che possono contare su una maggiore maturità di meccanismi istituzionali e democratici.
L’anno che si sta chiudendo ha indicato allo stesso tempo come in quei Paesi dove fattori di criticità pesano sui contesti economici, sociali e politici si creano le condizioni ideali per sommovimenti e interventi militari.
Nel 2021 è successo in Guinea, in Sudan, in Mali. Siamo dunque di fronte al classico esempio del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, che cambia a seconda delle prospettive e che indica ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, scrive Africa e Affari, come il continente africano si trovi a un importante crocevia, con potenzialità di sviluppo enormi e criticità di cui tener conto.
Certo però, che dopo due anni di covid-19, anche il continente africano ha voglia e forza per cambiare marcia. Anzi, secondo le stime dell’Fmi, il 2022 si dovrebbe chiudere con segni positivi dappertutto e una sola eccezione ovvero la Guinea Equatoriale. In generale gli economisti di Banca mondiale prevedono che la regione subsahariana farà segnare per il 2021 un tasso di crescita superiore al 3% che dovrebbe mantenere anche nel 2022 e nel 2023.
