«La Francia voleva fermare un possibile colpo di Stato». Così, di fronte all’Assemblea nazionale, Jean-Yves Le Drian, il ministro degli Affari esteri francese, ha spiegato i bombardamenti effettuati da velivoli dell’Armée de l’air transalpina in Ciad la scorsa settimana.
Interpellato dal deputato Jean-Michel Clément del gruppo Libertés et Territoires, per la prima volta un esponente del governo di Parigi parla apertamente di «un colpo di stato» sull’intervento contro una colonna dell’Ufr, il gruppo ribelle di Timane Erdimi.
L’intenzione era quindi quella di proteggere il presidente Idris Deby e scongiurare uno scontro per la presa di Ndjamen. «Deby – ha spiegato Le Drian – ci ha chiesto un intervento per evitare un conflitto e proteggere il proprio paese».
Questo intervento è avvenuto, secondo il politico francese, «in conformità con il diritto internazionale e il premier francese ha informato il presidente del Senato e l’Assemblea nazionale».
Non è la prima volta che le forze armate francesi intervengono per difendere Deby, storico alleato di Parigi nell’area saheliana, ma un’ammissione così chiara delle ragioni dell’intervento forse non c’era mai stata. Si conferma quindi l’importanza del Sahel per la politica estera transalpina. Una regione nella quale Parigi continua a mantenere una forte presenza militare che, spesso, viene impiegata. Basti pensare all’intervento in Mali che ha arrestato l’avanzata dei jihadisti, ma anche il ruolo giocato dalle forze armate francesi nella crisi ivoriana negli anni Duemila.
Il deputato Jean-Michel Clément (del gruppo Libertés et Territoires) ha ribattuto al ministro: «Non capisco perché se, da un lato, c’è la forza G5 che dovrebbe coordinare le azioni di difesa in questa regione insieme ai Paesi africani, dall’altro ci sono iniziative individuali da parte di Parigi. C’è un mix di politiche che non è rassicurante per i Paesi in cui siamo presenti. Voglio quasi dire che ci ricorda un po’ del passato in cui la Francia ha avuto alcuni interventi che sono stati fatti a sostegno di cause a volte discutibili…».