di Valentina Geraci – Centro studi AMIStaDeS APS, con la collaborazione di Alexia Angeli, membro della Commissione territoriale DiMMi presso l’Università degli studi di Firenze
Ha preso il via la decima edizione del Concorso DiMMi – Diari Multimediali Migranti, nato per raccogliere e valorizzare le testimonianze dirette di persone migranti o con background migratorio che hanno vissuto o vivono in Italia e nella Repubblica di San Marino. Chi ha vissuto un’esperienza di migrazione può inviare il proprio racconto autobiografico entro il 31 marzo 2025.
Per l’antropologo Pietro Clemente, “Ascoltare cambia chi ascolta”. Ed è proprio nella lettura e nell’ascolto delle storie raccolte dal Concorso DiMMi – Diari multimediali migranti, che si apre uno spazio di incontro, memoria e resistenza. Ogni racconto, ogni testimonianza diventa un tassello di un mosaico più ampio, capace di restituire complessità alle narrazioni autobiografiche di persone con background migratorio, costruendo spazi di narrazione su temi spesso sommersi dal frastuono mediatico. Spazi oggi più che mai necessari.
Pieve Santo Stefano, Arezzo – Dal cuore della Toscana, tra le colline che circondano il piccolo comune di Pieve Santo Stefano, ha preso il via la decima edizione del Concorso DiMMi – Diari Multimediali Migranti. Nato con l’obiettivo di raccogliere e valorizzare le testimonianze dirette di persone migranti o con background migratorio, che hanno vissuto o vivono in Italia e nella Repubblica di San Marino, il concorso rappresenta un connettore importante tra urgenza, identità e costruzione di memoria.
Attraverso diari, lettere, racconti e materiali multimediali, i partecipanti scelgono di condividere parti della propria vita, offrendo uno sguardo autentico su sfide, speranze, conquiste, vissuti e percorsi singolari. “Cerco di lasciare sempre traccia della mia vita, del mio vissuto per testimoniare chi sono. La mia scia sono le mie memorie.” Scrive Khady Sene, nata in Senegal e autrice pubblicata nell’antologia Nella stessa acqua (2023). Allo stesso modo Mamadou Diakite ci ricorda che “La mia storia, anzi la nostra storia, la racconteremo noi stessi perché nessuno la sa meglio di noi” (Basta un vento lieve, 2020).

Ogni anno le opere selezionate dalle Commissioni territoriali sono pubblicate nelle antologie DiMMi. Tutte le storie, vincitrici e non, vengono custodite nell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano: un luogo che si fa tempio di memoria, in cui parole e immagini s’intrecciano, dialogano, s’interrogano tra loro e con i loro lettori. Un patrimonio narrativo prezioso, che rischierebbe di rimanere inascoltato, sommerso sotto il peso di innumerevoli bias, stereotipi e narrazioni dominanti. Dall’Antologia Il Confine tra noi (2019)riportiamo le parole dello storico Michele Colucci, il quale sottolinea l’importanza di queste storie per comprendere il presente e aggiunge: “Lo spazio in cui le immigrazioni hanno trovato attenzione e interesse è stato sempre e continuamente solo quello della cronaca, imbevuto purtroppo di strumentalizzazioni pericolose e dannose. Questo approccio ha eliminato dall’orizzonte pubblico i vissuti, i percorsi, le vite, le origini, le provenienze di coloro che sbrigativamente vengono chiami ‘migranti’, autorizzando con questa definizione la rimozione di tutto ciò che viene prima e dopo l’esperienza della migrazione”.
Spostandosi tra le sale dell’Archivio e sfogliando le antologie pubblicate nell’ambito delle attività DiMMi, un tema ci appare chiaro: il Concorso DiMMi è un vero e proprio atto di resistenza. Come ci racconta Matteo Rosadi, membro di una Commissione territoriale presso l’Università degli studi di Firenze: “Di fronte allo schiacciamento degli spazi di dibattito pubblico e dell’effettiva interrogazione fondamentale nei sistemi di partecipazione, DiMMi rappresenta per me un’occasione di cittadinanza attiva. Permette infatti di rispondere concretamente a tentazioni di semplificazione che caratterizzano la nostra società e che mettono a rischio le istituzioni democratiche, le quali, per funzionare, devono far sì che tutte le persone si sentano adeguatamente rappresentate”.
Per Paule Roberta Yao, intervistata lo scorso anno e finalista dell’edizione 2019 del concorso, “Raccontare di vicende personali è un modo potentissimo per lasciare una traccia del proprio passaggio, ancorando il proprio bagaglio esperienziale nella ferocia e nella complessità del mondo moderno odierno. Raccontare la propria storia […] è farsi carico di un fondamentale compito civico e politico di denuncia e di testimonianza delle proprie o altrui vicissitudini. Non ci sono ‘Dannati della terra’ per dirla con Fanon, ma esistono invece ‘leggi che ci rendono clandestini, fragili, deboli’, come ci ricorda Mamadou.”(Basta un vento lieve, 2020).
Così, il viaggio attraverso le storie DiMMi non si limita a intrecciare i partecipanti al concorso in un complesso mosaico di contesti diversi, ma offre a chi legge e alle Commissioni territoriali l’opportunità di “tornare in modo puntuale su episodi a cui la cronaca ha dedicato solo una fugace attenzione e che, travolti dal tritacarne mediatico, sono rapidamente scomparsi dal dibattito pubblico” (M.C., Il Confine tra noi, 2019). In questo modo, si supera l’appiattimento di un immaginario collettivo sempre più povero e distante dalla realtà, restituendogli tutti i colori del vetro. Azzurra, di origine nigeriana e autrice nell’antologia Parole oltre le frontiere (2018), ricorda l’obiettivo della scrittura per DiMMi: “Vi parlo di me non per suscitare pena, ma perché possiate comprendere cosa significhi lottare senza arrendersi. Essere una sopravvissuta e non una vittima, affrontare grandi battaglie, piangere se necessario, ma senza fermarsi. Restare calmi e concentrati.”

Storie e racconti di chi ha attraversato confini, fisici e personali, superato barriere e ridefinito il concetto di appartenenza. Racconti intimi e potenti, raccolti con cura. Le storie non parlano solo di migrazione, ma si intrecciano con le radici, le culture e le tradizioni di chi le ha vissute. Si spostano di tema in tema, di Paese in Paese. Dall’Africa all’America Latina, dall’Europa all’Asia, dai Balcani al Medio Oriente: Costa d’Avorio, Egitto, Mali, Cile, Colombia, Filippine, Albania, Ucraina, Gambia, Senegal, Camerun, Italia. Ogni storia è capace di aprire nuove finestre sul mondo.
Nel silenzio accogliente dell’Archivio Diaristico Nazionale, tra scaffali colmi di antologie e manoscritti, si percepisce la carica di queste storie. Natalia Cangi, Direttrice organizzativa della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, in una sua intervista in occasione del Festival dei Cammini di Francesco 2024 ricorda che DiMMi “va oltre un semplice progetto di archivio. DiMMi è un progetto di incontro, di relazione e di condivisione della memoria, di cambiamento sia per le persone che aderiscono al DiMMi sia per chi invece accoglie DiMMi, ed è un progetto che dovrebbe entrare quasi in modo sotterraneo nelle viscere della nostra società […] è il progetto che tra qualche anno ci dirà come l’Italia, e come noi tutti, abbiamo vissuto questo momento storico […] Occuparci di un progetto come DiMMi che si basa sul dono è un guardare al futuro, è un mettere le basi per un futuro”.
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Chi ha vissuto un’esperienza di migrazione può inviare il proprio racconto autobiografico entro il 31 marzo 2025. Le opere possono essere testi scritti, file audio, fotografie, e-mail, lettere, disegni, cartoline, video, in qualsiasi lingua, purché accompagnati da una traduzione.
La decima edizione introduce una novità: l’ampliamento del Comitato scientifico, ora arricchito da quattro rappresentanti nominati dagli autori e dalle autrici delle precedenti edizioni.
Le prime 100 opere arrivate saranno valutate dalle Commissioni territoriali, con particolare attenzione ai racconti che esplorano le culture d’origine, l’esperienza migratoria e il vissuto nel paese di arrivo o di transito.
Le opere vincitrici saranno annunciate durante il 41° Premio Pieve Saverio Tutino (settembre 2025) e pubblicate entro l’anno successivo nella collana DIMMI a cura dell’editore Terre di mezzo.
DOVE INVIARE
Per partecipare al concorso DiMMi è necessario compilare il modulo di adesione disponibile sul sito www.dimmidistoriemigranti.it/concorso/ e inviarlo, assieme all’opera proposta, a:
SEGRETERIA DEL PREMIO DIMMI – ARCHIVIO DIARISTICO NAZIONALE
Piazza Amintore Fanfani 14 – 52036 Pieve Santo Stefano (AR)
tel. 0575797731 – dimmi@archiviodiari.it
Tutte le informazioni sul concorso sono disponibili qui:
www.dimmidistoriemigranti.it/concorso