In Africa potrebbero morire 190mila persone solo nel primo anno della pandemia di coronavirus se le misure di contenimento non saranno efficaci. A lanciare il nuovo allarme è un rapporto pubblicato ieri dall’Organizzazione mondiale della sanità.
«Non solo farà molte vittime nel 2020, ma probabilmente il focolaio rimarrà per anni – ha dichiarato Matshidiso Moeti, responsabile dell’Oms in Africa -. Nel continente il virus si diffonde più lentamente rispetto ad altrove ma, non per questo motivo, farà meno danni».
Se la prospettiva è, in generale, negativa, esistono però alcuni fattori positivi. Il primo è la popolazione giovane che è più resistente al contagio e beneficia «dai controlli a tappeto eseguiti nei mesi scorsi su malattie trasmissibili come l’Hiv-Aids e la tubercolosi». Il secondo sono i tassi di mortalità più bassi rispetto ad Asia, America ed Europa. Sono probabilmente questi elementi ad avere finora preservato l’Africa da un numero elevato di morti. Secondo il Centro africano per il controllo delle malattie si sono finora registrati «solo» duemila decessi di coronavirus, molti meno dei 140.000 morti nell’Europa occidentale, dove il virus ha preso piede diverse settimane prima.
Secondo lo studio dell’Oms, però, tra i 29 e i 44 milioni di persone potrebbero essere infettate in Africa solo nel primo anno. Nello stesso periodo tra gli 83 e i 190mila pazienti potrebbero morire. Le stime si basano sul modello di previsione e si concentrano su 47 Paesi con una popolazione complessiva di un miliardo di abitanti. In questa analisi non sono però incluse nazioni fortemente toccate dal virus come Egitto, Libia, Tunisia, Marocco, ma anche Eritrea, Sudan, Somalia e Gibuti.
L’avvertimento dell’Oms arriva quando la nazione più popolosa dell’Africa, la Nigeria, insieme a Sudafrica e Costa d’Avorio, ha iniziato ad allentare alcune misure di contenimento, con il rischio che l’epidemia di propaghi ulteriormente. Il Sudafrica ha il maggior numero di casi confermati – oltre 8.200 e 160 morti – mentre l’Algeria ha il maggior numero di morti (483).
«Covd-19 potrebbe diventare una minaccia per le nostre vite nei prossimi anni a meno che un approccio proattivo non venga adottato da molti governi nella regione – afferma Moeti -. Dobbiamo continuare a fare test, rintracciare i malati, isolarli e curarli».