Il film d’apertura del Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina

di claudia
twist a bamako

di Annamaria Gallone

Venerdì 29 aprile inizia l’attesissimo Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina (FESCAAAL), un’edizione ibrida in presenza nelle sale cinematografiche di Milano e in streaming su Mymovies. Ecco qualche anticipazione sul film di apertura “Twist a Bamako” di Robert Guédiguian

Manca ormai pochissimo all’inizio della 31esima edizione del FESCAAAL! Vi anticipo il film della serata inaugurale, un film non realizzato da un Africano, ma africanissimo, anche se il regista, Robert Guédiguian e il co sceneggiatore Gilles Taurand, sottolineano che non hanno preteso assolutamente di moralizzare o di sostituirsi a uno sguardo africano.

Guédiguian, è francese, e la sua intera opera cinematografica (22 lungometraggi) è attraversata da un’eterna fedeltà al bisogno della lotta di classe passata attraverso il filtro dell’intimo. Ad ispirargli questa storia è stata la mostra di Malick Sidibé a Parigi, alla fondazione Cartier, nel 2017, nella quale il famoso fotografo aveva immortalato le notti effervescenti di Bamako subito dopo la fine del colonialismo. Il titolo era MALI TWIST.

Dichiara il regista: “ho scoperto in quell’occasione quanto Modibo Keïta e pochi altri hanno cercato un percorso originale al socialismo e allo sviluppo dell’Africa”.

 1962. Il Mali assapora la sua indipendenza appena acquisita, a poco più di un anno dalla decolonizzazione del Paese, dalla proclamazione dell’indipendenza e della repubblica guidata dal partito USA-RDA del capo del governo Modibo Keïta. Nei club affollati della capitale ragazze e ragazzi scuotono i fianchi, ballando per notte intere il twist e il rock and roll, vestiti alla moda europea. Non fa eccezione Samba, giovane commerciante, che però è anche totalmente preso dall’ideale rivoluzionaria e si reca di villaggio in villaggio, per convertire i contadini al socialismo. Si scontra purtroppo con una totale indifferenza, ma non demorde e fedele al motto nazionale, “un popolo, un obiettivo, una fede”, in divisa e sorridente persevera nella speranza di costruire una nuova società.

Ed è durante una delle sue missioni, che incontra Lara, una ragazza vittima di un matrimonio forzato che lo implora di aiutarla a fuggire. Samba è totalmente conquistato dal suo fascino e dalla sua determinazione. Ne nasce una storia romantica e appassionata.  I due ragazzi sanno che il loro amore è minacciato, ma sperano che, per loro come per il Mali, sia possibile una nuova era. L’amore ai tempi del socialismo è purtroppo un’utopia e la loro storia non può avere un’happy end.

Samba è un personaggio serio e ingenuo, apostolo della rivoluzione. Lara rappresenta la complessità della lotta contro la tradizione. Assistiamo così a una storia d’amore appassionata e molto romantica, ma preso tra più fuochi, l’idealismo di Samba è messo alla prova. Dopo qualche tempo, i due giovani si incrociano in un bar di Bamako, lui che annega i suoi problemi nell’alcool, lei che approfitta in ogni senso della sua recente libertà. Stupiti e tristi per il loro stato, promettono allora di non lasciarsi mai più.

Lara (Alice Da Luz) e Samba (Stéphane Bak), sono irresistibili.  Stéphane, enfant prodige del cinema francese, di origine congolese, oggi venticinquenne, ha cominciato a recitare a 12 anni e nella sua brillante carriera ha già lavorato con registi molto conosciuti. Sarà presente il 29 alla proiezione del film e scoprirete la sua simpatia e il suo Karma.

Il fatto che il lungometraggio sia stato girato in Senegal e non in Mali, per evidenti rischi terroristici, dimostra purtroppo che la gioia e la bellezza non possono vincere, e nel suo epilogo il film lo conferma con un accenno al giogo islamico che affligge il Mali contemporaneo.

 Prima della proiezione del film, ci sarà una sorpresa, una chicca, ma questa non ve la rivelo, se no, che sorpresa è?

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