Il Gabon scommette sulle sue foreste

di claudia

Puntare sull’energia pulita affinché diventi una fonte stabile di entrate economiche per il Paese: ci sta provando il Gabon, nazione che si estende lungo la costa atlantica dell’Africa Centrale, ricca di verde e parchi protetti. Si stima che le foreste coprano quasi l’intera superficie del territorio nazionale, il 90 per cento. Entro l’anno prossimo il governo intende vendere “un’obbligazione verde” da duecento milioni di dollari con la speranza che possa contrastare il mercato del petrolio, a lungo la principale entrata del Gabon e che ora sta cominciando ad esaurirsi.

Il Gabon è alla ricerca di obbligazioni verdi, un tipo di prestito utilizzato per pagare iniziative che combattono il cambiamento climatico. Una decisione in linea con le esportazioni di petrolio che sono state a lungo la principale fonte di entrate e che ora sono messe in discussione dalla fine prossima di molti giacimenti e dalla spinta mondiale verso carburanti più verdi.

“Stiamo valutando la quota di 200 milioni di dollari per accelerare lo sviluppo di vari progetti”, ha detto al giornale Semafor Akim Daouda, capo del fondo sovrano del Gabon. La vendita delle obbligazioni aiuterà a finanziare iniziative tra cui la costruzione di tre dighe idroelettriche che saranno completate entro i prossimi quattro anni.

Seguendo la linea di una politica ecologica, il governo punta anche sulla vendita di crediti di carbonio, in difesa dell’immenso patrimonio boschivo. Vendere crediti di carbonio significa non dover fare una scelta tra gli alberi e il proseguimento delle attività delle aziende del Paese. Queste iniziative sono ulteriori passi avanti del governo che già aveva provveduto a vietare l’esportazione di legname grezzo e di abbattere più di due alberi in un ettaro di foresta ogni 25 anni.

Può forse la politica verde del Gabon fungere da esempio per la vicina Repubblica Democratica del Congo che, con il disboscamento incessante, sta mettendo in pericolo le foreste del bacino del fiume Congo?

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