Il governo di Kigali: «Ruandesi bevete più caffè!»

di Enrico Casale
caffè

In Italia bere una tazzina di caffè è una tradizione oltre che un piacere. In Ruanda, che pure è il produttore di una delle migliori qualità al mondo, il consumo di caffè è molto basso. Così il Governo ha lanciato una campagna per promuoverne un più vasto consumo interno.

Kigali vuole costruire una cultura del caffè per aumentare la produzione locale. Come in molti Paesi africani, il raccolto caffè viene esportato al 99%. Finora la popolazione locale non l’ha mai visto come una bevanda da consumare quotidianamente. I bar e le caffetterie sono sempre stati e sono tuttora luoghi di incontro di espatriati stranieri. Ma qualcosa sta cambiando. L’emergere di una classe media urbana ha aumentato un po’ il consumo locale, portandolo dallo 0,02% della produzione totale nel 2007 all’1,3% nel 2017. Ancora troppo poco.

Gli sforzi del governo per indurre i ruandesi a bere più caffè sono stati ostacolati da una forte preferenza per il tè e da una visione radicata che il caffè, introdotto dai governanti coloniali più di un secolo fa, sia una bevanda consumata da stranieri e non locali.

«Bere il caffè non è la nostra cultura – spiega al quotidiano britannico “The Guardian”, Samuel Uwihanganye, assistente manager di Bourbon Coffee di Kigali -. Siamo come gli inglesi. Beviamo il tè».

Anche il prezzo è un ostacolo. Per molti ruandesi, il caffè è un piacere che non possono permettersi. In un bar a Kigali, una normale tazza di caffè può costare fino a 2.000 franchi ruandesi (due euro), mentre un latte può costare 3.000 ma, nonostante la significativa crescita economica nell’ultimo decennio, oltre il 60% dei ruandesi vive ancora con meno di due euro al giorno.

La storia del caffè in Ruanda ripercorre quella del Paese stesso. Introdotto dai tedesco e poi dai belgi, la coltivazione del caffè è stata resa obbligatoria e i ruandesi sono stati costretti a coltivarlo in condizioni brutali. L’industria è quasi crollata dopo il genocidio del 1994. Ma ora, il presidente Paul Kagame ha capito che il caffè potrebbe aiutare a rivitalizzare l’economia. Ha così liberalizzato il commercio e ha avviato una collaborazione con l’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale per sviluppare caffè di qualità superiore di specialità.

Le esportazioni vanno bene. Ora si tratta di aumentare il consumo interno. I ruandesi devono bere più caffè.

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