La notizia dell’isolamento del Qatar da parte di Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi e Bahrein non è solo una notizia epocale per gli equilibri geo-politici internazionali e mediorientali, è anche un evento che avrà – anzi, ha già – pesanti ricadute in Africa.
La mossa dell’Arabia Saudita (che di fatto è la capolista e l’ispiratrice dell’isolamento di Doha) si preparava da tempo. Di fatto il Qatar paga il fatto di essere vicino all’Iran, paese a stragrande maggioranza sciita e principale nemico dell’Arabia Saudita, e di sostenere gruppi considerati terroristici come il libanese Hezbollah, il palestinese Hamas, e alcune milizie islamiste radicali che combattono in Siria contro Bashar al Assad. Il Qatar, paese di confessione sunnita, in sostanza è accusato di voler dividere il fronte sunnita e di propugnare un equilibrio geo-strategico della regione funzionale a Theran, piuttosto che al grande potente di sempre cioè l’Arabia Saudita.
Quest’ultimo paese, dopo qualche tentennamento di Obama, ora con Trump, è tornato ad essere la nazione strategica degli Stati Uniti in tutta la regione. Nella recente visita a Riad Trump ha detto e fatto due cose: ha detto che l’Iran è il grande sostenitore del terrorismo e ha riempito l’Arabia Saudita di armi. Tradotto: ha spinto i sauditi a fare guerra a Theran. E loro hanno immediatamente cominciato con il Qatar.
Dato che le monarchie del golfo e l’Arabia Saudita, con la loro infinita potenza finanziaria, sono uno dei grandi attori che oggi si contendono le ricchezze africane (terre, minerali strategici e tradizionali, prodotti agricoli), assieme alle dinamiche economie asiatiche (Cina in primo luogo) e alle vecchie potenze coloniali e occidentali, c’è da aspettarsi che la divisione nel mondo sunnita e tra questo e gli sciiti, si faccia sentire anche in Africa
In Africa la stragrande maggioranza dei musulmani sono di confessione sunnita e già si cominciano a vedere i posizionamenti. Il Niger ha annunciato di aver richiamato il suo ambasciatore a Doha accusando il Qatar di finanziare il terrorismo. Proprio il Niger, verrebbe da dire, che con il terrorismo che domina nella regione ha trattato e fatto affari accogliendo nel governo anche personaggi molto vicini alle formazioni jihadiste locali.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)