Il Kenya riconosce le persone intersessuali sui documenti, un passo storico

di claudia

Il Kenya ha compiuto un passo storico verso l’inclusività e i diritti umani riconoscendo ufficialmente l’intersessualità come terzo genere nei certificati di nascita. Lo riporta il quotidiano The Star, che parla di “una vittoria attesa da tempo per le persone intersessuali e per i gruppi di difesa che hanno lottato instancabilmente per i loro diritti”. Il terzo genere dovrà essere contrassegnato con la lettera “I” sui documenti.

Si tratta di qualcosa di più di un adattamento burocratico: secondo un censimento del 2019 in Kenya ci sono 1.524 individui che si dichiarano “intersessuali” (lo 0,003% della popolazione), ma le stime della Commissione nazionale per i diritti umani del Kenya (Knchr) suggeriscono che il numero reale potrebbe essere più vicino a 1,4 milioni di individui. I dati del censimento infatti non sono mai stati considerati attendibili su questo punto perché la maggior parte delle famiglie con bambini o familiari intersessuali vive con pressione lo stigma sociale e evita di parlarne e persino di denunciarli alle autorità.

In questo senso, riconoscere il terzo genere apre anche al riconoscimento della dignità di queste persone, che sono state a lungo emarginate: la campagna per l’inclusione e il riconoscimento delle persone intersessuali in Kenya è iniziata nel 2009, quando Baby A, tramite John Chigiti (ora giudice dell’Alta Corte), ha intentato una causa contestando la discriminazione contro le persone intersessuali.

Veronica Maina, presidente della segreteria del Knchr, ha accolto con favore questa novità: “Si tratta di un grande passo avanti per garantire una società inclusiva che non lasci indietro nessuno. È importante che il governo soddisfi i requisiti legali per riconoscere le minoranze e garantire che i loro diritti siano rispettati e riconosciuti” ha detto a The Star. 

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