a cura di Stefania Ragusa
Christophe Boltanski, l’autore di King Kasai. Una notte coloniale nel cuore dell’Europa (Add Editore 2024, pp.130 €18), è un giornalista francese. Nel 2012 ha pubblicato Minerais de sang, poderoso libro-inchiesta sui costi umani dello sfruttamento minerario mondiale, che “tocca” anche Congo, Rwanda, Tanzania e Ghana e che purtroppo nessuna casa editrice italiana ha proposto ai suoi lettori.
Al centro di questo suo ultimo lavoro troviamo il Museo reale dell’Africa centrale di Tervuren, Bruxelles, e il restyling che, trasformandolo nel moderno Africa Museum, avrebbe dovuto liberarlo dal suo pesante passato coloniale e dall’ombra di Leopoldo II.
Raccogliendo l’invito di Alina Gurdiel, ideatrice del format editoriale Ma nuit au museée, Boltanski trascorre una notte all’interno della struttura: visita i sotterranei e si fa ispirare dal confronto tra ciò che in essi permane (reperti coloniali e altri documenti inamovibili e portatori di un’ideologia razzista) e le opere esposte nelle sale aperte al pubblico. L’esperienza ispira a lui e a noi molte domande: la riconversione milionaria ha raggiunto il suo obiettivo? Il museo coloniale per eccellenza è riuscito a decolonizzarsi? E una vera decolonizzazione può passare dalla rimozione, dall’occultamento, dal rifiuto? Sono questioni che vanno bene al di là della notte coloniale a Tervuren e si intrecciano con temi molto attuali, dalla cancel culture alla restituzione. È questo a rendere a nostro avviso il volume particolarmente interessante. King Kasai, il gigantesco elefante imbalsamato che dà il titolo, è la metafora della memoria da affrontare.