Il Mali è «in guerra» e ha bisogno del sostegno internazionale per difendersi. Lo ha sostenuto il suo presidente, Ibrahim Boubakar Keita, rivolgendo un appello alla popolazione all’unità e alla solidarietà, e chiedendo di «non fidarsi del nemici». In un messaggio alla nazione, Keita ha detto che gli attentati dei giorni scorsi nei quali hanno perso la vita 52 militari e un civile «dimostrano la gravità della situazione». «Siamo in guerra», ha affermato il presidente, accusando «i signori della guerra e del terrorismo internazionale nel Sahel che hanno come obiettivo evidente quello di destabilizzare il nostro Paese e i nostri Paesi».
Keita ha detto ai cittadini di «unirsi» attorno ai soldati, lodati per il loro valore e la loro determinazione nel difendere il Paese «a costo della loro stessa vita». Il presidente maliano ha quindi chiesto di «non cedere alla strategia del nemico che vuole metterci l’uno contro l’altro e che vuole scoraggiare i nostri valorosi combattenti». Keita ha poi aggiunto che «in queste circostanze particolarmente gravi nelle quali la stabilità e l’esistenza del nostro Paese sono in gioco, la nostra unica risposta deve essere l’unione nazionale».