Dopo le riforme del 2004, che avevano già consentito di ampliare i diritti delle donne in Marocco in materia di matrimonio, affidamento dei figli, eredità, il Paese nordafricano si prepara a integrare nuove tutele per la donna e la famiglia nella propria legislazione. Il re Mohamed VI ha presieduto una riunione di lavoro nel corso della quale ha convalidato le proposte avanzate dall’organismo incaricato della revisione della Moudawana, ovvero il codice della famiglia.
D’ora in poi la poligamia sarà limitata all’infertilità della prima moglie o al caso di una malattia che impedisca i rapporti coniugali; il matrimonio delle ragazze sarà vietato alle minori di 18 anni rispetto ai 16 anni precedenti; i marocchini residenti all’estero potranno contrarre matrimonio senza l’obbligo di ricorrere alla presenza di testimoni musulmani; il divorzio può avvenire consensualmente senza ricorrere a procedimenti giudiziari. In caso di divorzio, la madre beneficerà della tutela legale sui figli, diritto precedentemente riservato al padre. Inoltre, potrà mantenere la custodia dei figli anche in caso di nuovo matrimonio.
Nella revisione del codice della famiglia, il sovrano ha approvato anche la proposta del Consiglio degli Ulema che autorizza l’eredità delle figlie femmine. Si prevede inoltre il riconoscimento del lavoro domestico della moglie, considerato elemento fondamentale per l’arricchimento congiunto della coppia.
Si tratta di una riforma sensibile, sottolineano gli osservatori, perché il legislatore vuole rispondere alle aspirazioni di gran parte della popolazione desiderosa di modernità, pur rimanendo coerente con i principi religiosi della legge musulmana.
La legge, che deve ancora essere sottoposta all’approvazione parlamentare, è attesa con ansia dalle associazioni impegnate nella lotta per la parità tra i sessi. Nei prossimi giorni, queste organizzazioni dovrebbero esaminare attentamente i dettagli delle proposte, comprese le “eccezioni” e i meccanismi legali che potrebbero consentire di aggirare queste nuove regole. Questi punti avevano infatti dato origine a difficoltà durante la riforma precedente, nel 2004.