Il Marocco grazia migliaia di condannati per reati legati alla cannabis, verso una svolta

di claudia

di Céline Camoin

In Marocco più di quattromila persone condannate, ricercate o passibili di procedimenti giudiziari per attività legate alla cannabis hanno ottenuto la grazia dal re Mohammed VI. Un provvedimento che è stato accolto dalla stampa del Paese come un’iniziativa che segna “un passo fondamentale” e “un punto di svolta verso l’eliminazione delle aree e delle colture illecite.

In occasione dell’anniversario della rivoluzione del re e del popolo, il re Mohammed VI del Marocco ha graziato nei giorni scorsi 685 persone, alcune delle quali in detenzione e altre in libertà, condannate da diversi tribunali. Il monarca ha inoltre graziato 4.831 persone condannate, processate o ricercate in casi legati alla coltivazione di cannabis.

Le 4.831 persone condannate, ricercate o passibili di procedimenti giudiziari per attività legate alla cannabis sono in realtà coltivatori, la cui attività era tollerata, nella maggior parte dei casi. Lo precisa il giornale Tel Quel. “È un’iniziativa eccezionale, che consentirà ai coltivatori e alle loro famiglie di vivere serenamente e di partecipare alla nuova dinamica della legalizzazione”, ha detto all’Afp il direttore dell’Agenzia per la regolamentazione della cannabis.

La grazia consentirà un’adesione massiccia di agricoltori, produttori e coltivatori di cannabis al processo normativo. A dirlo, il direttore generale dell’Agenzia nazionale per la regolamentazione delle attività legate alla cannabis (Anrac), Mohamed El Guerrouj. In una dichiarazione alla stampa, il funzionario ha sottolineato che questa iniziativa segna “un passo fondamentale” e “un punto di svolta verso l’eliminazione delle aree e delle colture illecite”, sostituendole gradualmente con colture e attività alternative. La grazia porterà serenità e tranquillità a questi agricoltori e alla popolazione locale, di fronte alle diverse preoccupazioni spesso espresse sul campo durante i vari incontri con l’agenzia, ha osservato.

Questa iniziativa, ha continuato El Guerrouj, aprirà anche nuove opportunità economiche per la popolazione locale e il settore privato, nazionale o internazionale, oltre a migliorare il reddito e le condizioni di vita di questa stessa popolazione, in un quadro giuridico e strutturato. Ciò consentirà inoltre al programma di regolamentazione e legalizzazione della cannabis di fare un nuovo passo verso il successo di questo progetto.

Oltre agli aspetti umani, i beneficiari di questa grazia potranno integrarsi nella nuova strategia, nella quale le province interessate si sono impegnate, a seguito della creazione dell’Agenzia nazionale per la regolamentazione delle attività relative alla cannabis e nell’impatto strutturante della sua attività a livello economico e sociale attraverso l’industrializzazione, la lavorazione, l’esportazione della cannabis e l’importazione dei suoi prodotti per scopi medici, farmaceutici e industriali, nonché il suo contributo allo sviluppo di colture alternative e non agricole. 

“Si tratta di una nuova pagina che si apre al servizio del consolidamento della giustizia sociale nel Regno”, scrive il giornale online 2m.ma, “più che un passo simbolico, il provvedimento testimonia il continuo desiderio di Sua Maestà il Re di instaurare un clima di fiducia e incoraggiare la partecipazione attiva di tutti nella costruzione del futuro della nazione”.

Primo produttore al mondo secondo l’Onu, il Marocco ha avviato nel 2021 una strategia di legalizzazione della cannabis a scopo medico e industriale. È pertanto autorizzata la sua coltivazione e la sua commercializzazione in tre province della regione del Rif, dove l’attività esiste de facto da secoli. Il Marocco spera così contrastare il traffico illegale e inserirsi in una nuova dinamica mondiale con sbocchi economici, posizionandosi come un attore importante sul mercato.

Nell’ottobre del 2022 sono state rilasciate nel Paese le prime dieci autorizzazioni per la lavorazione e la produzione di cannabis, oltre alla commercializzazione e all’esportazione della cannabis e dei suoi derivati ​​per uso medico, farmaceutico e industriale. Quest’anno l’autorità di regolamentazione sta esaminando la richiesta di 1.500 nuovi agricoltori che si sono organizzati in 130 cooperative per produrre cannabis destinata all’industria farmaceutica. La coltivazione della varietà autoctona locale, resistente alla siccità e conosciuta come Beldia, è iniziata questo mese di marzo.

Sebbene il Marocco sia un importante produttore di cannabis, ufficialmente l’uso di cannabis per scopi ricreativi è illegale ma, in realtà, è decisamente tollerato: quasi un milione di persone vivono in aree del nord del Marocco, dove la cannabis è la principale attività economica e rappresenta una fetta importante di Pil.

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