Papa Francesco, figlio di migranti italiani in Argentina, non dimentica i migranti. In particolare in questi giorni, in cui l’emergenza è più viva ed è diventata sempre più evidente la mancanza di politiche europee di accoglienza, ma anche l’egoismo e la violenza (per il momento solo verbale) di molti leader politici.
Nell’udienza generale di mercoledì scorso, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, il Pontefice ha invitato tutti a chiedere «perdono per le istituzioni e le persone che chiudono le loro porte a gente che cerca aiuto e cerca di essere custodita». Il riferimento era ai migranti africani costretti a vivere sugli scogli al confine di Ventimiglia e ai continui attacchi ai migranti provenienti dalle formazioni di xenofobe e identitarie. Il Papa si è appellato alla comunità internazionale («Siano sempre rispettati nella loro dignità») e ha pregato «per i tanti fratelli e sorelle che cercano rifugio lontano dalla loro terra, che cercano una casa dove poter vivere senza timore, perché siano sempre rispettati nella loro dignità». Francesco ha inoltre incoraggiato «l’opera di quanti portano loro un aiuto» e ha auspicato che «la comunità internazionale agisca in maniera concorde ed efficace, per prevenire le cause delle migrazioni forzate», esortando «le istituzioni a non chiudere le porte».
Come sono lontane queste parole da quelle di politici come Matteo Salvini. «C’è il Papa che dice chiediamo perdono per chi chiude la porta ai rifugiati – ha risposto piccato il leader della Lega Nord dai microfoni di Radio Padania -, ma quanti ce ne sono in Vaticano di rifugiati?». Certo «il rifugiato vero ha tutto il diritto essere accolto ma i rifugiati veri sono un quarto di quelli che arrivano». E ha aggiunto: «Diciamo con rispetto al Papa che non abbiamo bisogno di essere perdonati, pecchiamo come tutti ma ci sentiamo buoni e generosi più di altri pseudo cattolici che dicono c’è posto per tutto il mondo. Vedo anche che il Papa andrà a Torino e incontrerà dei rifugiati, chissà se incontrerà anche dei torinesi sfrattati o disoccupati o vedrà solo dei profughi?».
Ma anche su questo punto il Pontefice è stato chiaro. E, proprio nel corso della visita a Torino, ha detto: «L’immigrazione aumenta la competizione nel mondo del lavoro, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’iniquità, di questa economia che scarta e delle guerre». E ha concluso: «Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merci».
Le parole di Papa Bergoglio volano alto. Non rappresentano di certo una polemica diretta, ma un modo chiaro per dire che la Chiesa sa bene da che parte stare: quella dei poveri. E oggi i migranti sono l’incarnazione di quella miseria che deriva da un sistema politico ed economico che riesce a fare anche dell’uomo, uno scarto.