di Andrea Spinelli Barrile
Ci sono alcuni elementi molto utili a comprendere la posizione di alcuni Paesi africani nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina. Diciassette paesi africani, mercoledì scorso, si sono astenuti nel voto con cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha scelto a stragrande maggioranza di condannare l’invasione russa dell’Ucraina. Kenya, Ghana, Gabon, Rwanda, Gibuti, Congo, Somalia e Repubblica Democratica del Congo hanno votato sì. L’Etiopia invece non ha proprio partecipato al voto mentre gli altri si sono astenuti, a parte l’Eritrea che ha votato no con Siria, Corea del Nord e Bielorussia.
In un tweet, il tenente generale ugandese Muhoozi Kainerugaba, figlio e consigliere senior del presidente ugandese Yoweri Museveni, la scorsa settimana ha espresso chiaramente la sua solidarietà con la mossa di Mosca su Kiev. I funzionari ugandesi hanno liquidato il tweet come una “posizione personale e non ufficiale” ma il peso dell’autore dell’endorsement, nella politica e nelle forze armate ugandesi, non può passare inosservato. Kainerugaba ha poi rincarato la dose affermando che “la maggior parte dell’umanità, che non è bianca, sostiene la posizione della Russia”.
Le osservazioni del figlio del presidente ugandese potrebbero essere un indicatore della preoccupazione degli strateghi militari africani, con le sanzioni occidentali contro la Russia che iniziano a entrare in vigore. Secondo un recente rapporto della World Airforce di FlightGlobal, gli eserciti etiopi e ugandesi sono i più esposti alle sanzioni legate alla Russia, a causa della loro eccessiva dipendenza dagli aerei russi.
Se la condanna alla Russia non è per nulla unanime, in Africa, discorso completamente diverso va fatto per la condanna alle discriminazioni subite dai cittadini africani in fuga dall’Ucraina, contro le quali tutti i leader africani si sono espressi con fermezza. Ciò che ha toccato di più i leader africani è quindi legato a un aspetto più di politica interna, la tutela dei propri concittadini, che di politica internazionale.
Le sanzioni che impediscono i rapporti con il governo russo o con entità ad esso associate avranno conseguenze a breve termine di vasta portata per i governi di tutto il mondo che fanno affidamento sulla Russia per la fornitura di hardware militare e civile: l’Africa, oggi, è il primo mercato della Russia in questo senso.
Il database sui trasferimenti di armi dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma mostra che la Russia, tra il 2016 e il 2020, ha fornito il 30% delle importazioni di armi dai paesi dell’Africa subsahariana. La Cina ha fornito il 20%, la Francia il 9,5% e gli Stati Uniti il 5,4%. Nel settembre 2019, la Russia ha ospitato il primo vertice con i capi di stato e di governo africani, unendosi alla mischia di vertici ospitati da Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Unione Europea.
Secondo un editoriale di Aggrey Mutambo sul quotidiano The East African, la preoccupazione di ritrovarsi isolati, e con tanti problemi militari, è molto grande tra i Paesi africani: ad esempio, tutti i caccia etiopi, 20 Sukhoi-27 e nove Mig-23, sono stati forniti dalla Russia e anche la forza combinata dell’Uganda di cinque Mig21 e Sukhoi30 è fornita dalla Russia. Anche quindici dei 20 elicotteri da combattimento dell’Uganda sono forniti dalla Russia. Sia l’Etiopia che l’Uganda sono impegnate in campagne militari attive: la prima contro le forze ribelli nella regione del Tigray e l’Uganda contro i ribelli delle forze democratiche alleate nella Rd Congo orientale. La Repubblica democratica del Congo ha cinque jet da combattimento russi e sette elicotteri da combattimento. Il Burundi gestisce tre elicotteri da combattimento Mi-24, il Rwanda (che ha votato in favore della mozione anti-Russia all’Onu) ha una flotta combinata di 12 elicotteri da trasporto Mi-17 e cinque elicotteri da combattimento Mi-24 mentre il Kenya (anch’esso ha votato in favore della mozione) ha due Mi 171. L’Eritrea gestisce otto caccia a reazione di fabbricazione russa e 12 elicotteri da combattimento. Il Mozambico gestisce otto Mig-21 e sei elicotteri da combattimento. Il Sudan ha 35 jet da combattimento russi e 67 elicotteri mentre il Sud Sudan ha 14 elicotteri.
Le forze di terra di questi Paesi africani non sono in condizioni molto differenti. Inoltre, negli ultimi anni la Russia ha costruito alleanze militari con i governi africani che devono far fronte a violente insurrezioni o instabilità politica, tra cui Libia, Mali, Sudan, Repubblica Centrafricana e Mozambico.