Un gruppo di ricerca internazionale ha studiato le verdure africane tradizionali mettendo in luce il loro alto potenziale nutritivo e, quindi, la la loro possibilità di contribuire a diversificare la produzione agricola. Molte di esse sono facilmente coltivabili anche negli orti, riescono a crescere in ambienti sfavorevoli e riescono ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Nonostante questo, però, molte specie sono ancora sottoutilizzate.
Un gruppo di ricerca internazionale ha esaminato 126 verdure africane tradizionali suddivise in cinque gruppi di specie per valutarne lo stato di conservazione e la distribuzione geografica. Come ha spiegato Marteen van Zonneveld, autore principale dello studio, «Comprendendo la distribuzione geografica e lo stato di conservazione ex situ e in situ delle verdure africane tradizionali, saremo in grado di stabilire le priorità per conservare le loro risorse genetiche, monitorare i progressi nella conservazione nel prossimo decennio e aiutare ricercatori, allevatori e agricoltori a indagare e coltivare queste verdure».
Mentre normalmente vengono considerate le verdure annuali, questo studio prende in esame le verdure perenni, che in Africa sono abbastanza numerose: tra queste il baobab (Adansonia digitata) e la moringa (Moringa oleifera), due alberi vegetali le cui foglie sono commestibili e molto nutrienti. Lo studio ha usato il software BiodiversityR per capire dove sono coltivati ortaggi autoctoni e identificare altre aree potenzialmente adatte alla loro coltivazione e di conseguenza diversificare i sistemi agricoli.