Il riscatto di Maestros, giovane promessa dell’afrobeat

di claudia

di Claudia Volonterio

La musica può essere un buon alleato per dare voce a sofferenze o esperienze che è difficile raccontare. Così ha fatto Abdul, in arte Maestros, giovane cantautore di origine nigeriana che vive a Castellamare di Stabia, in provincia di Napoli. Ha debuttato da poco con il suo primo album, dove racconta il dolore e lo strazio delle vite spezzate nel Mediterraneo.

Ha solo venticinque anni Abdul, giovane nigeriano giunto in Italia come migrante dopo aver attraversato il Mediterraneo e aver visto, racconta all’agenzia Ansa, “cose che difficilmente riuscirà a dimenticare”. Un dolore di cui si ha ancora poca conoscenza, quello che portano nel cuore molti giovani come lui che, pur avendocela fatta, hanno attraversato l’inferno prima di giungere in Italia con la paura di morire o essere rimandati indietro. Non solo la traversata via mare, il difficile cammino ha inizio prima per sfuggire alle atrocità delle carceri libiche. In molti non ce la fanno e pochi conoscono la realtà, spiega Abdul, che ha avuto la fortuna dopo essere sbarcato a Lampedusa di essere accolto in un Centro di Accoglienza a Napoli.

Inizialmente non è stato facile sopravvivere nemmeno qui in Italia, ma Abdul non ha perso la speranza, era intenzionato a trovare un lavoro. L’incontro che gli ha cambiato la vita, riporta Ansa, è stato quello con Salvatore Suarato, titolare dell’agriturismo Greenland di Castellammare di Stabia e della casa di produzione cinematografica Movieland che gli ha offerto un lavoro. “Mi ha sorpreso per la sua determinazione ad essere attivo. Lavora con me da quasi due anni, e ora è uno di famiglia. Nonostante le atroci esperienze che ha vissuto e le difficoltà, sono stupito di quanto sia gioioso. Ed è un vero talento”, ha commentato Suarato.

Il genere musicale di Maestros è l’afrobeat, che vediamo in “Rock” e nel suo brano “My world”, dove ha dato voce al suo racconto personale. “Molti sono stati abbandonati in mare, tra questi tanti bambini di tutte le età, un modo per costringere anche la mamma a buttarsi in mare per disperazione” – ha raccontato il giovane cantautore ad Ansa – “Quel viaggio è terribile, molti non ce la fanno ma è l’unico modo per cercare di sfuggire alla morte. Oggi, grazie a Salvatore Suarato, ho un lavoro e ho potuto realizzare il mio sogno, creare musica”.

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