La nuova epidemia di Ebola in Congo (32 casi con 18 decessi fino a questo momento) sta mettendo in allarme l’Organizzazione Mondiale della sanità che nel 2014 fu accusata di gravi ritardi e di avere sottovalutato la situazione quando si manifestarono i primi casi in Sierra Leone, in Liberia e in Guinea.
Ora si stanno preparando per una potenziale diffusione di Ebola al di là dei confini del Congo. “L’allarme è massimo e ci stiamo preparando per tutti gli scenari, incluso quello peggiore” – ha riferito una fonte che ha specificato che sono stati messi sotto allerta nove paesi vicini.
L’Oms ha anche fatto sapere che si aspetta che il governo del Congo approvi nei prossimi giorni una campagna di immunizzazione con un vaccino sperimentale e L’Onu si sta preparando ad affrontare grandi sfide logistiche per arrivare nelle zone colpite. Si tratta di una operazione complessa e sofisticata, in una località impervia raggiungibile quasi esclusivamente con le moto. Il World Food Programm ha offerto di mettere in piedi un ponte aereo con elicotteri.
L’allarme dell’Oms al momento sembra eccessivo. Nel 2014 i colpevoli ritardi non erano giustificabili per il fatto che per la prima volta Ebola si manifestava in uno scenario urbano. Le città in Africa sono il massimo della promiscuità, dei contatti e delle potenziali infezioni di massa. In questo caso si tratta di una regione remota che può essere mantenuta isolata. Ovviamente mantenendo alto l’allarme. Di fatto però non si può non constatare che le manifestazioni di Ebola si stanno facendo sempre più frequenti, segno che evidentemente il virus non è mai stato debellato e resta virulento magari senza manifestarsi in comunità umane.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)