Avevano il torto di credere che bianchi e neri fossero uguali. Hanno lottato per contrastare la segregazione. Ma si sono scontrati con un regime, quello sudafricano dell’apartheid, molto violento e senza pietà nei confronti di chi non si allineava al credo razzista. Così hanno pagato con la vita. Agenti della polizia o dei servizi segreti li hanno impiccati e poi, in sfregio, li hanno sepolti in tombe anonime in un cimitero di Pretoria. Era il 1964 e da allora le famiglie di questi 12 attivisti del Congresso Panafricano non avevano più saputo nulla dei loro cari.
Nei giorni scorsi però i loro corpi sono stati esumati e i poveri resti sono stati restituiti ai loro cari. «Per le famiglie – spiega Madeleine Fullard, responsabile della ricerca, intervistata dal sito www.africanews.com – è stato un evento toccante e pieno di significati perché mette fine a una ricerca che è andata avanti per decenni senza nessuna risposta da parte delle autorità».
Per tutti questi anni, infatti, i corpi sono rimasti proprietà dello Stato. Questo è quanto prevedeva una legge sudafricana che si applicava a tutti i condannati alla pena capitale. Fossero essi criminali comuni o oppositori politici. Con la fine dell’apartheid è però iniziata una lenta ricerca dei cadaveri di chi era caduto nelle maglie del regime perché critico nei confronti della segregazione razziale.
«Restituire i corpi – continua Madeleine Fullard – non rende alle famiglie i loro cari, ma certamente molte famiglie hanno la sensazione che, una volta messe in grado di seppellire i resti, hanno finalmente chiuso un lungo e doloroso iter amministrativo e burocratico e hanno sconfitto le logiche dell’apartheid».
Phillip Dhlamini, Presidente nazionale del Congresso Panafricano, ha commentato: «Ogni movimento ha la responsabilità dei propri soldati. Ne è responsabile perché le famiglie glieli affidano. Così, anche quando cadono in battaglia, il movimento deve cercare a tutti i costi di restituire i resti dei caduti alle famiglie. Questa esumazione è il primo passo verso una pace duratura in Sudafrica».