Il volo mancato di Fatim

di claudia

di Stefania Ragusa

Fatim Jawara è una promessa del calcio femminile africano. Gioca in porta nella Nazionale giovanile del Gambia, ha partecipato ai Mondiali under 17 in Azerbaijan e sogna di tesserarsi come professionista. Per inseguire il suo sogno è pronta a tutto. Anche ad accordarsi con i trafficanti all’insaputa della famiglia e delle compagne di squadra per raggiungere i campi da calcio europei. Nel settembre 2016, mentre madre e fratelli la credono in trasferta in Senegal, Fatim si mette in viaggio, raggiunge la Libia e con un’amica sale su un gommone. Sembra mancare, a quel punto, un solo passo per spiccare il volo, ma quel passo a Fatim sarà precluso. Il gommone si rovescia, il Mediterraneo la ingoia. Muore annegata, come altre migliaia di suoi connazionali (nonostante le piccole dimensioni dello stato africano, i gambiani risultano quarti nella drammatica classifica delle nazionalità di chi perde la vita in mare, secondo quanto riferito dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni). La notizia della sua morte, ad appena 19 anni, viene diffusa dalla Federazione a fine ottobre.

La giornalista Mariangela Maturi, che sta lavorando con altre colleghe a uno speciale sul calcio femminile, la legge e ne resta colpita. Decide di inserire questa storia dolorosa ed emblematica nel progetto, anche se si tratta di una testimonianza “muta” perché Fatim ovviamente non può raccontarla. «La sua era la voce che mancava», ci ha detto Maturi. «Abbiamo provato a ricostruirla io e le mie colleghe. Siamo andate in Gambia e in Libia, abbiamo parlato con le persone che la conoscevano, cercato di capire chi fosse questa ragazza. Abbiamo ricostruito, fin dove è stato possibile, i suoi passi. È stato anche un modo di omaggiarla». La storia di Fatim, raccontata da Maturi, ha preso la forma di un libro-reportage, pubblicato da Piemme e intitolato appunto Solo un passo per spiccare il volo (pp. 208, € 17,90).

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