Riguardo quanto accaduto ieri in Repubblica Democratica del Congo, “le parole più precise sono quelle del governatore del Nord Kivu, Carly Nzanzu Kasivita, che ha parlato all’ospedale con il vice-direttore del Programma alimentare mondiale (Pam), Rocco Leone, e con un autista. Il convoglio di due veicoli del Pam è caduto in un’imboscata a meno di 30 km fuori Goma, sulla strada verso Rutshuru – sulla quale rapimenti di persone per riscatti sono molto frequenti”: un’altra fonte missionaria, italiana, sentita da InfoAfrica a Bukavu torna sugli avvenimenti che circondano la tragica morte dell’ambasciatore d’Italia in Congo Luca Attanasio, della sua guardia il carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo.
Riprendendo il resoconto delle autorità del Nord-Kivu che circola sui media, la fonte missionaria italiana osserva che la lingua kinyarwanda, quella degli assalitori è praticata in tutta quella regione. “Normalmente, i convogli sulla strada di Rutshuru sono accompagnati dalla polizia congolese, che dice di non essere stata avvertita – affermazione contestata dal Ministero degli Esteri”, aggiunge l’interlocutore, che racconta: “Sabato 20 febbraio, alle 16,30, l’ambasciatore aveva invitato la piccola comunità italiana di Bukavu – più o meno 25 persone, quasi tutti religiosi o religiose alla Casa provinciale dei missionari saveriani. Luca Attanasio è stato molto cordiale, ci ha dato notizie di Kinshasa (dove lui e la sua famiglia sono stati vittime di covid-19), ci ha chiesto notizie, ha fatto parlare il vice-direttore del Pam, Rocco Leone, che lo accompagnava, ci ha presentato il carabiniere sua guardia del corpo, ha promesso che si sarebbe interessato perché a Goma ci fosse un rappresentante consolare. Poi abbiamo partecipato insieme a un rinfresco, mi ha promesso che la prossima volta sarebbe venuto a visitare la nostra scuola di mestieri. Ci siamo lasciati, l’indomani è ripartito a Goma dove doveva incontrare la comunità italiana. Penso che lunedì fosse diretto a visitare strutture costruite dalla cooperazione italiana o realizzate dal Pam”.
Secondo altre fonti di InfoAfrica, che hanno raccolto voci sul posto, la visita doveva essere quella a un progetto di mense scolastiche.
“Speriamo che questo assassinio spinga le autorità a prendere le misure per lottare contro il banditismo che prospera nel Nord e Sud Kivu”, conclude il missionario, facendo eco a molti commenti simili, in rete, dopo l’imboscata letale che ha messo in luce un forte sentimento di frustrazione e di rabbia per le numerose vittime congolesi che spesso vengono uccise nel silenzio generale.
InfoAfrica / Africa Rivista