I casi di morbillo in Africa sono aumentati del 700% nei primi tre mesi del 2019. A denunciarlo è l’Organizzazione mondiale della sanità in un report nel quale lancia l’allarme sulla diffusione di questa malattia. Secondo l’Oms, da gennaio a fine marzo in tutto il mondo si registrerebbe un’epidemia della patologia con il quadruplo dei casi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
In totale, in 170 Paesi, ha riferito l’Oms, sono stati denunciati 112.163 casi di morbillo, rispetto ai 28.124 durante lo stesso periodo nel 2018.
Il morbillo è una malattia virale altamente infettiva che, nei casi più gravi, può portare a gravi complicazioni, comprese infezioni ai polmoni e al cervello.
L’organismo delle Nazioni Unite ha dichiarato che i dati provvisori indicano «una chiara tendenza all’aumento» in tutte le regioni del mondo, anche se è l’Africa ad aver registrato l’aumento più drammatico. Probabilmente i dati provvisori sono sottostimati e i numeri effettivi potrebbero essere ancora più grandi.
Ucraina, Madagascar e India sono i Paesi più colpiti dalla malattia, con decine di migliaia di casi segnalati per milione di persone. Da settembre, almeno 800 persone sono morte di morbillo nel solo Madagascar. Le epidemie hanno colpito anche Brasile, Pakistan e Yemen, «causando numerosi decessi, soprattutto tra i bambini piccoli», mentre un picco nel numero dei casi è stato segnalato negli Stati Uniti (dove è in corso un’epidemia a New York, partita dalla comunità di ebrei ultraortodossi che impediscono ai loro membri di vaccinarsi) e in Thailandia.
L’Onu afferma che la malattia è «ampiamente prevenibile» con i giusti vaccini, ma la copertura globale della prima fase di immunizzazione si è «bloccata» all’85%, «ancora al di sotto del 95% che assicurerebbe l’immunità di gregge necessaria per prevenire i focolai».
In un intervento all’emittente statunitense Cnn, il responsabile dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, e la responsabile dell’Unicef, Henrietta Fore, hanno apertamente dichiarato che il mondo sta vivendo «un’ampia epidemia di morbillo» e che «la proliferazione di informazioni confuse e contraddittorie» sui vaccini è «da biasimare».