In Africa migliora la governance, non la sicurezza

di Enrico Casale
parlamento della costa d'avorio
Sudanese born British businessman Mo Ibrahim

Mo Ibrahim

La governance in Africa sta migliorando. Oggi il 70% dei cittadini del continente vive in un Paese in cui la politica si è rivelata sempre più attenta e capace di affrontare e risolvere i problemi delle singole società. Nonostante ciò, i due terzi degli africani abitano in nazioni in cui la sicurezza personale è gravemente minacciata. In particolare in Burundi, Centrafrica e Libia.

Ad affermarlo è la Fondazione Mo Ibrahim, l’organizzazione legata all’imprenditore anglosudanese Mo Ibrahim, che ogni anno pubblica il Mo Ibrahim Index of African Governance. Questo indice si basa su 95 indicatori raggruppati in quattro categorie: sicurezza e stato di diritto; partecipazione e diritti umani: sviluppo economico sostenibile; sviluppo umano.

In base a questi parametri, nel 2016, i cinque Paesi con la migliore governance sono Mauritius, Botswana, Capo Verde, Seychelles e Namibia. Al fondo della classifica troviamo invece la Somalia (ultima), alle spalle di Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Libia ed Eritrea. Sono Paesi in cui l’autorità politica è assente o fortemente carente (Somalia e Libia) o dove la guerra civile ha distrutto le strutture politico-istituzionali (Sud Sudan e Centrafrica) o, ancora, dove la dittatura ha spento ogni velleità di gestione democratica del potere (Eritrea).

miliziani in congoNei dieci anni in cui questo indice è stato calcolato, il Paese che ha sperimentato la crescita maggiore è stato la Costa d’Avorio (uscita da una devastante guerra civile che l’ha scossa negli anni Duemila), davanti a Togo, Liberia e Ruanda.

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