di Claudia Volonterio
Le donne africane si distinguono nel mondo facendo impresa. A rivelarlo un dato del MasterCard Index of Women Entrepreneurs 2021, secondo cui in Africa subsahariana risulta il più alto tasso al mondo di donne coinvolte in attività imprenditoriali, circa il 26 per cento. Le imprenditrici vivono e lavorano principalmente in Sudafrica, Botswana e Ghana.
Alla base di questo dato ci sono, come si legge sul Word Economic Forum, non solo un alto numero di imprese guidate da donne, ma anche Paesi e politiche che supportano la loro crescita professionale e imprenditoriale.
Questo dato ha un alto valore soprattutto come prospettiva per il futuro, poiché ha il potere di guidare e sollecitare una crescita in termini di emancipazione delle donne, con impatti positivi e a lungo termine sull’Africa.
Una realtà ancora da superare, sia nel continente che nel mondo, è il divario di genere. Purtroppo i dati sono in peggioramento. Se nel 2020, secondo le previsioni del Global Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum, per superare il gap ci sarebbero voluti circa novantanove anni, nel 2022 il divario è salito e gli anni previsti ora sono centotrentadue.
Guardando all’Africa la distanza in ambito lavorativo tra uomini e donne si traduce in salari più bassi per le donne, anche quelle imprenditrici, che guadagnano circa il 34 per cento in meno degli uomini. Le ragioni sono eradicate nella cultura, nella discriminazione e in concezioni sociali ancora limitate e limitanti.
Possiamo affermare che lo sviluppo del continente si trovi nelle mani delle donne imprenditrici. La Banca Africana dello sviluppo ha infatti riconosciuto il potenziale delle startup guidate dalle donne nella crescita economica dell’Africa, a partire dalla creazione e messa a disposizione di nuovi posti di lavoro. Ciò su cui occorre lavorare, ricorda Word Economic Forum, è il supporto dei governi affinché mettano in atto politiche che liberino e valorizzino il potenziale delle donne imprenditrici.