di Annamaria Gallone
Un docu-reportage estremamente interessante sta per arrivare nelle sale italiane. Parliamo di AMERICA NON C’È, di Davide Marchesi, un autore che ha seguito “un percorso di ricerca sulle politiche di immigrazione e integrazione europee e italiane cominciato nel 2015”. Il film che ha riscosso molto successo in diversi festival, tra cui il FESCAAAL di Milano nel 2020 e anche alla scorsa edizione di “100 Afriche” sarà visibile in diverse sale, a partire dal Cinema Massimo (1 giugno) e all’Astra di Parma (8 giugno) e poi di seguito in tante città italiane (in fondo all’articolo le altre date e località).
Quando un film d’autore viene selezionato ad un festival, è sempre un’emozione, ma la soddisfazione più grande è quella di vederlo distribuito in sala e questo avviene nei prossimi giorni per AMERICA NON C’È, di Davide Marchesi, un autore che ha seguito “un percorso di ricerca sulle politiche di immigrazione e integrazione europee e italiane cominciato nel 2015”. Il film è una sorta di figlio del lavoro precedente del regista, 113 / 2018, un documentario che, “partendo dall’approvazione del Decreto Sicurezza, esplora visivamente alcune esperienze comuni, altre più specifiche, legate all’immaginario della migrazione africana in Italia.”
AMERICA NON C’È è un do-reportage estremamente interessante, i cui protagonisti Freddy, Cobra, Samba, Yaka, Bato, Pascaline, Geneviève, Nesi e Desiré, attraverso le loro vicissitudini, restituiscono uno spaccato delle esperienze attraverso cui possono passare i ragazzi afro-discendenti in Italia, la loro percezione del razzismo e della società in cui vivono.
Tutto è cominciato da una fotografia pubblicata sul quotidiano Repubblica nella quale il fotografo ha colto l’immagine di un ragazzo africano che sventolava una bandiera dopo essere salito su un autobus a Milano durante la manifestazione del il 17 giugno 2020, BLM (Black Lives Matter (BLM, letteralmente “Le Vite Nere Contano”), la protesta che ha infiammato gli Stati Uniti in nome di George Floyd).
Il ragazzo era Freddy, co autore del film, che ha coinvolto i suoi amici: ne è risultato un film autentico, sincero, che racconta momenti della quotidianità dei protagonisti. Storie piene di delusioni e di successi, di intimità e di energia, di sensualità e fisicità, di bellezza e speranze. Dice il regista: “È diventato un film su di loro come gruppo, sulla loro amicizia, sullo spazio che hanno trovato e creato, dove non c’è giudizio o discriminazione.”
Alcuni dei processi sociali e politici che vengono toccati nelle interviste presenti nel documentario sono molto complessi ed è difficile affrontarli in modo esaustivo in un prodotto di questo tipo, ma i ragazzi conquistano chi li vede per la loro autenticità, che regala momenti bellissimi, commoventi e divertenti al tempo stesso. (Il tutto con uno spiccato accento lombardo!) Come nella sequenza bellissima anche dal punto estetico delle due ragazze che ci parlano della tradizione delle treccine o quando Freddy ci presenta la sua numerosa famiglia e confessa di voler continuare a fare il modello, anche se i suoi non sono d’accordo, perché “bisogna credere in quel che si fa e tenere duro”. E continua: “questo documentario ci ha dato la possibilità, a me e i miei amici, di poter affrontare un argomento che ci sta molto a cuore. Non è sempre stato facile esporre certe esperienze, soprattutto perché così personali e allo stesso tempo delicate da affrontare e da vivere. È stato un onore, una soddisfazione e una gioia poter raccontare le nostre storie, in quanto saranno sicuramente d’aiuto per altre persone afro- italiane in Italia, per poter affrontare la vita e le disuguaglianze in modo consapevole e superiore. Quando si incontra un nero al parco, non ha senso pensare che sia necessariamente uno spacciatore, un ladro o uno stupratore. Spero fortemente che questo documentario possa anche aprire gli occhi alle persone che invece queste cose non le vivono sulla propria pelle, comprendendo che siamo tutti uguali”.
Il film che ha riscosso molto successo in diversi festival, tra cui il FESCAAAL di Milano nel 2020 e anche alla scorsa edizione di “100 Afriche” sarà per il momento visibile in sala:
TORINO, CINEMA MASSIMO
1 giugno ore 16 / 17.30 / 19 – in seguito alla proiezione delle 19 ci sarà un dibattito con il regista Davide Marchesi e alcune associazioni.
2 giugno ore 16
3 giugno ore 16
4 giugno ore 15.30
PARMA, CINEMA ASTRA
proiezione gratuita in collaborazione con CIAC onlus e con il patrocinio del Comune di Parma.
8 giugno ore 20.30 – in seguito alla proiezione ci sarà un dibattito con il regista, Chiara Marchetti (CIAC) e altri.
MILANO, LATO B
proiezione a offerta libera
13 giugno ore 21 – in seguito alla proiezione ci sarà un dibattito con il regista, membri del cast e crew.
MILANO, BARONA, PIAZZALE DONNE PARTIGIANE
proiezione gratuita organizzata dal COE (Centro Orientamento Educativo)
25 luglio ore 21
LECCO, SPAZIO TEATRO INVITO
proiezione gratuita in collaborazione con l’associazione les cultures
15 settembre ore 21 – in seguito alla proiezione ci sarà un dibattito con il regista, membri del cast e crew.
Le date sono in corso di aggiornamento, le trovate sulla pagina instagram di ColoreFilm https://www.instagram.com/colorefilm/
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