Dall’università alla Confederation Cup. La parabola dell’Esae FC, un piccolo club affiliato alla Scuola Superiore d’amministrazione, economia e professioni audiovisuali di Cotonou, ha davvero dell’incredibile, specie considerando le premesse.
Il club beninese, che partecipava alle eliminatorie della seconda manifestazione per club più prestigiosa d’Africa in qualità di detentore della coppa nazionale, si è messo alle spalle, nell’ordine, i mauritani dell’ASC Snim e i burkinabè del Salitas, ma soprattutto ha superato ai calci di rigore i ben più quotati senegalesi della Génération Foot nel playoff decisivo (dopo aver vinto 1-0 all’andata e perso con lo stesso punteggio al ritorno), scrivendo un’importante pagina di storia per il calcio beninese: mai prima d’ora una squadra dell’ex Dahomey era stata capace di raggiungere la fase a gruppi di una manifestazione continentale.
Un traguardo impensabile soltanto qualche anno fa, ma non certo figlio del caso, come spiega l’allenatore Bio Richard: «Se lavori bene e sai pazientare, otterrai la giusta ricompensa. Il successo è la somma del lavoro, del sacrificio e della perseveranza». Tutte cose di cui l’Esae FC, fondato negli anni Novanta con il nome di Adjobi FC, si è fatto portabandiera nel corso degli anni per scalare la piramide del calcio beninese fino a raggiungere la vetta, conquistando qualche mese fa la coppa nazionale nella finale con l’Aspac, la formazione “del porto autonomo di Cotonou”.