Sono iniziate in questi giorni le celebrazioni del Meskel (“la Croce” in lingua amarica), una delle festività più importanti in Etiopia. Meskel ricorda, tra i fedeli delle Chiese autocefale etiopi ed eritree, il ritrovamento nel IV secolo, secondo la tradizione cristiana, “della Vera Croce” della crocifissione, rinvenuta da Sant’Elena, madre dell’imperatore romano Costantino I. Si ritiene che un frammento della vera croce sia conservato nel nord dell’Etiopia.
In assenza di un censimento recente, si stima che circa due terzi dei 120 milioni di abitanti dell’Etiopia siano cristiani (in maggioranza ortodossi ma sono in aumento i protestanti) e un terzo musulmani, oltre a una piccola minoranza animista. I festeggiamenti, che si tengono in tutta l’Etiopia, Paese a maggioranza ortodossa e profondamente religioso, sono iniziati ieri sera al tramonto con la cerimonia della Demera, l’incendio delle pire. Questa tradizione ricorda una leggenda cristiana che racconta che l’imperatrice Elena accese un braciere e il fumo la guidò nel luogo esatto dove fu sepolta la croce su cui Cristo fu crocifisso. Nella capitale etiope Addis Abeba, le “demera”, pire piramidali ricoperte di erba verde e colorate con le adey abeba, le margherite gialle che sono endemiche dell’Etiopia, hanno cominciato ad essere erette al mattino, nelle strade o davanti alle chiese. Ogni fedele contribuisce portando uno o più “chibo”, lunghe fascine di legna secca vendute per strada per l’occasione.
Come ogni anno, la pira più imponente, alta una decina di metri, è stata accesa in piazza Meskel, vasta spianata al centro della capitale Addis Abeba, davanti a decine di migliaia di persone, preti e vescovi ortodossi addobbati con ricchi tessuti, fedeli delle congregazioni in albe bianche e numerosi credenti venuti come spettatori. Nel pomeriggio, i fedeli hanno sfilato al suono di canti sacri, accompagnati da tamburi e tsenatsel, il tradizionale sistro (un piccolo manico metallico in cui si scontrano dischi metallici).
Nel nord, nella martoriata regione del Tigray, culla del regno axumita durante il quale, nel IV Secolo, il cristianesimo divenne religione di stato, si è celebrato il Meskel in pace per la prima volta dal 2020, quasi un anno dopo l’accordo di pace che ha posto fine a due anni di brutale guerra con il potere federale etiope. Tuttavia diverse aree dell’Oromia, la regione più grande e popolata del Paese, sono anche preda di gruppi armati, che mescolano rivendicazioni politiche, banditismo e conflitti identitari e, più di recente, anche nella regione di Amhara si sono registrate violenze e scontri armati.