In Mali il teatro tradizionale offre una voce ai pazienti del reparto psichiatrico

di claudia
teatro

a cura di Claudia Volonterio

In uno dei principali ospedali di Bamako, in Mali, i pazienti del reparto psichiatrico si sperimentano nel Koteba, una forma di teatro tradizionale che permette loro di esprimersi e trovare la propria voce. Un’iniziativa che ha preso il via per la prima volta negli anni Ottanta per rispondere a un vuoto. Nel Paese spesso le persone con malattie mentali non ricevono le cure necessarie o vengono escluse dalla società.

Un’antica forma di teatro del Mali, praticata tradizionalmente dai Bambara, il gruppo etnico più numeroso del Paese, diventa a Bamako uno strumento terapeutico per i pazienti ricoverati nell’ospedale Point G di Bamako.

Questa forma di espressione artistica è composta da due parti: la prima è caratterizzata da momenti musicali, canti e danze. La seconda parte consiste in una serie di brevi commedie e scenette teatrali, spesso comiche. Un gruppo di attori portò Koteba nel reparto psichiatrico di Point G per la prima volta nel 1983 e, da allora, pazienti e attori professionisti si sono incontrati ogni venerdì per un laboratorio che ha assunto ben presto dei significati più articolati del teatro. Come riporta un approfondimento di Africanews, il Koteba praticato in ospedale diventa un modo per offrire un sostegno concreto, un senso di comunità alle persone che ricevono cure psichiatriche, combattendo l’abisso della solitudine.

Durante il periodo coloniale, riporta il sito filmkraft.de, questo tipo di teatro fu bandito ed ebbe difficoltà anche in seguito a restare vivo. Oggi la compagnia teatrale ufficiale del Mali, la National Koteba, è impegnata per preservare le tecniche della rappresentazione tradizionale.

“Koteba è una tecnica tradizionale sviluppata nella cultura Bambara per affrontare problemi sociali, spesso drammatici, con l’obiettivo di sdrammatizzarli”, racconta ad Africanews lo psicologo clinico dell’ospedale Point G, Souleymane Coulibaly. Il teatro è un modo per i pazienti di avere voce anche al di fuori dallo spazio dei colloqui terapeutici. “Poiché i pazienti si sentono a proprio agio, spesso raccontano dettagli della loro vita che non si sentono a proprio agio nel condividere con la famiglia o con i medici”.

Bagayoko, 67 anni, è stato uno dei primi attori che ha portato il teatro Koteba nell’ospedale Point G, come progetto sperimentale per utilizzare le pratiche culturali del Mali per aiutare le persone che ricevono cure psichiatriche. Oggi questo incontro tra attori e pazienti continua e ha un valore molto alto in un contesto come il Mali, dove ci sono meno di 50 professionisti della salute mentale su una popolazione di oltre 20 milioni di abitanti, secondo un rapporto del 2022 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

(Foto simbolica Freepik)

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